Amarcord - il calcio di una volta

Quando ero piccolo vivevo con il pallone sotto al braccio. A scuola ci giocavamo nel cortile e appena usciti si prendeva la bici per andare al campetto o per strada a giocare. Non c’era pioggia,vento,freddo che tenesse. Le porte se le facevamo noi da soli con giacchetti o simili.
Tornavi a casa sudato con i vestiti zuppi,sporchi di terra e qualche ginocchio sbucciato dall’asfalto. C'era la mamma che stava lii ad aspettarti che tornavi tutto sporco di fango. Quando invece si era soli stavi ore ed ore a calciare il pallone contro il muro della casa di fronte la mia.
Ci passavo le giornate...gli anni.
Ormai saranno 15 anni che non di vede più un bambino con un pallone per strada.
Adesso hanno i capelli rasati da un lato e ascoltano “Sfera Ebbasta” sui muretti delle strade.
Si credono tutti piccoli rapper o gangster della situazione. Poi ci lamentiamo che in Italia non abbiamo più talenti e la nostra Nazionale fa ridere.
Di questo passo chiuderanno anche le scuole calcio.
Ma il problema più grave non riguarda solo lo sport, riguarda tutta la società in generale.
Una società senza futuro.

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