Terni. Andrea Sacripanti (Pdl) ha presentato un’interrogazione sull’ipotesi di taglio di posti letto nelle residenze protette nel territorio provinciale. “Da notizie apparse sulla stampa – scrive il consigliere - si apprende che la nuova convezione proposta dal nuovo direttore generale Fratini per le residenze protette ricadenti nell’ambito della nuova Ausl Umbria 2 (Terni–Foligno) determinerà, qualora trovasse attuazione, un taglio del 50% dei posti letto convenzionati nella provincia di Terni (da 670 posti autorizzati a 321 convenzionati), mentre il territorio Foligno-Spoleto subirà un taglio minimale (da 400 posti letto autorizzati a 360 convenzionati). Tale disparità di trattamento – continua Sacripanti -  appare del tutto incomprensibile e ingiustificata se si tiene conto del fatto che il territorio ricadente nella Provincia di Terni, con i suoi 230 mila abitanti, presenta un tasso demografico di molto superiore al territorio rappresentato dai Comuni di Foligno e Spoleto e per giunta, stando ai parametri fissati dalla regione Umbria, con un tasso di invecchiamento molto più alto. Questa prospettiva rischia di incidere in maniera fortemente negativa sia sulla tenuta del sistema sociale che sul fronte occupazionale. Solo per il 30% degli utenti sarà infatti garantita l’integrazione, mentre, per tutti gli altri, l’assistenza sarà totalmente a carico delle famiglie.E’ prevedibile che, soprattutto in un momento di grave crisi economica come l’attuale, le spese per l’assistenza non potranno essere sostenute per l’intero e ciò potrebbe comportare il ridimensionamento, se non la chiusura, di alcune delle strutture attualmente in attività con il rischio che molti dei dipendenti al momento impiegati, circa 500 persone,  possano perdere il posto di lavoro”. Sacripanti chiede, pertanto, di conoscere “quali iniziative l’Amministrazione provinciale intenda intraprendere in merito e se non reputi opportuno sostenere la richiesta avanzata da vari esponenti politici in Regione e cioè quella di sollecitare la convocazione urgente di un tavolo regionale al fine di superare questa palese disuguaglianza, ripristinando una parità di trattamento e di servizi tra i territori attraverso un’equa ripartizione delle risorse, tenendo conto delle effettive esigenze e bisogni dell’utenza e non attraverso una distribuzione basata esclusivamente su criteri geo-politici”.

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