PERUGIA - “La Thyssen Krupp ha abbandonato da tempo qualsiasi volontà di investire nel territorio. L'amministratore delegato Massimiliano Burelli, gli stessi vertici dalla Germania, pur non avendo tuttora aperto la relativa procedura, hanno dichiarato di voler mettere in vendita Ast, il sito produttivo di Terni, escludendolo anche dal perimetro della fusione con Tata”. Lo sottolinea il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea legislativa dell’Umbria, Andrea Liberati, aggiungendo che “la stessa gravissima situazione ambientale, certificata da Arpa e figlia di impianti più che logori, rivela ancor più smaccatamente e da anni un disegno chiaro da parte dei tedeschi, per lustri privi di contraltare politico statuale e locale, potendo fare sempre quel che volevano, tanto che la Regione ha appena consentito loro un ulteriore allargamento della famigerata discarica siderurgica di vocabolo Valle, pur trattandosi di una bomba ecologica arcinota a livello nazionale per i suoi laghetti al cromoesavalente”.

Liberati rimarca che “l’allargamento della discarica avviene ad appena un chilometro dalla pregevolissima Cascata delle Marmore, visitata ogni anno da circa mezzo milione di persone. Ma cosa può interessare di questo alla Thyssen? Le favolette della multinazionale invece continuano anche sulla stampa, con inserzioni pubblicitarie tanto accattivanti quanto inverosimili, come nel caso del predetto immondezzaio che, nella zona ormai esaurita, si vorrebbe ricoprire con un manto di argilla e di verde, lasciando però lì sotto milioni di tonnellate di rifiuti, con i metalli pesanti che stanno ammorbando le nostre falde acquifere, come già ampiamente certificato dai rilievi tecnici di Ispra nel sito di interesse nazionale. Se solo ci fosse stato un magistrato autenticamente rispettoso del proprio munus e degli esposti dei lavoratori e dei cittadini, la discarica sarebbe sotto sequestro giudiziario da tempo e, comunque, non ampliata, come si fa oggi, visto che nemmeno è stata più aggiornata la procedura di V.I.A., ferma addirittura al 2005, guarda caso appena prima che emergesse l'estrema gravità della situazione”.

Per il capogruppo regionale M5S “non è né moralmente né politicamente accettabile che una multinazionale straniera, pur producendo danni di questo genere, riesca ad ottenere un'estensione delle autorizzazioni. Beffarde poi risuonano le promesse sul recupero delle scorie siderurgiche. Sarà mia cura inviare cospicua documentazione al ministro dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, e al nuovo ministro dell'Ambiente, Sergio Costa, affinché Thyssen adotti de jure le misure necessarie a proteggere lavoratori e cittadini, ripristinando lo Stato di diritto, unica possibilità di rilancio del sito produttivo umbro, dopo decenni di laissez faire da parte dei soliti noti e di variopinti soggetti interessati”.

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