CITTA’ DELLA PIEVE – Dopo un prolungato periodo di tentennamenti e strizzatine d'occhi nei confronti dei rappresentanti del potere regionale,  l’Amministrazione Comunale di Città della Pieve ha infine trovato il coraggio decidendo di costituirsi in giudizio al Consiglio di Stato a sostegno della sentenza del TAR dell’Umbria che ordina la riapertura del Pronto Soccorso e contro l’impugnazione presentata dall’Azienda USL e dalla Regione.

Evidentemente la recente batosta elettorale subita dal Pd anche sulle rive del Trasimeno ha lasciato il segno e fatto comprendere agli amministratori localii, spaventati per il loro incerto avvenire, che l’acquiescenza sin qui dimostrata (significativo il fatto che il ricorso al Tar sia stato opera del Comune di Montegabbione e non degli amministratori della città del Perugino) non paga in termini elettorali.

“Il Pronto Soccorso - afferma ora il Comune - è un servizio essenziale ed imprescindibile da sempre richiesto da questa Amministrazione e rimane obiettivo prioritario per questa comunità a protezione del diritto alla salute di ogni cittadino”.

I Servizi non sono garantiti” - Sulla stessa linea si è prontamente schierata anche la direzione del Pd locale che in un’assai prolissa nota esprime ugualmente contrarietà rispetto alla decisione assunta dalla USL e dalla Regione in merito al ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR dell’Umbria in quanto, “come già espresso nel comunicato stampa del 9 febbraio 2018, si teme che possa avere effetti dilatori sul processo di riconversione del presidio sanitario pievese”.

Si sottolinea inoltre nella nota in questione che l’attuale organizzazione del “pronto soccorso” non è in grado di garantire la gestione dell’Emergenza/Urgenza, prova indiscutibile sono gli eventi accaduti negli ultimi mesi, nei quali i soccorsi hanno raggiunto il luogo dell’evento al limite massimo consentito (marzo) o ben oltre i tempi previsti dalla vigente normativa (settembre). Purtroppo il primo episodio non è stato sufficiente a far comprendere agli organi istituzionalmente preposti che i tempi di percorrenza in questo territorio sono evidentemente lunghi e che il servizio di Emergenza/Urgenza non è strutturato in modo adeguato”. 

Pertanto, “senza entrare in discussioni sterili e non utili alla tutela della salute dei cittadini di questo comune e dell’intera area geografica ‘disagiata’, sosterremo l’Amministrazione Comunale di Città della Pieve, che già si è più volte espressa nella richiesta di un Pronto Soccorso e servizi efficaci, in ogni ulteriore azione che vorrà assumere per la tutela della Salute Pubblica, affermando che la salute deve essere trattata in termini di efficacia e non di efficienza e soprattutto secondo criteri di equità nella risposta sanitaria per tutte le comunità e i territori regionali”.

Nella nota “si ribadisce inoltre l’importanza di procedere rapidamente alla realizzazione e alla conclusione dei lavori programmati per la riconversione del presidio sanitario Pievese, in alcun modo interessati dalla sentenza del TAR. Oltre ai lavori già in progetto, la Regione, per tramite della Presidenza e dell’Assessorato alla Sanità regionali, ha previsto nella struttura di Città della Pieve anche una Risonanza Magnetica, predisponendo a tal fine una variante al progetto iniziale. Si chiede alla USL che i lavori non vengano sospesi e che il servizio di diagnostica venga celermente realizzato, al fine di potenziare ulteriormente i livelli di assistenza e di fare in modo che il Ricorso, nel rispetto degli impegni assunti, non determini ritardi nel percorso di ristrutturazione”.

“La posizione di questa Direzione – oonclude la nota - è motivata dal rispetto di quanto previsto dalle norme vigenti in materia che la stessa Regione ha sottoscritto in conferenza Stato Regioni e rafforzata dall’interpretazione del TAR”.

Per cui “Il Partito Democratico come già più volte ribadito è dalla parte della cittadinanza e intende collaborare con tutti quei cittadini impegnati nella tutela del diritto alla salute sancito dalla costituzione”.

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