FOLIGNO – "In Umbria sta procedendo bene l'attuazione della programmazione relativa ai tre fondi comunitari, il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, per i quali la Regione dispone di 1.578 milioni di euro   per la fase di programmazione 2014-2020: come hanno riferito stamani le Autorità di vigilanza, grazie al raggiungimento dei livelli di spesa certificata previsti e alla performance attuativa avremo a disposizione premialità per tutti i tre i fondi e potremo quindi contare su ulteriori risorse da investire in nuovi interventi; in particolare avremo 24,7 milioni di euro in più per il Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale, e 14,2 milioni di euro aggiuntivi per il Fse, il Fondo sociale europeo". Lo ha sottolineato il presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, intervenendo questa mattina ai lavori del Comitato di sorveglianza unitario dei Programmi operativi Fesr e Fse 2014-2020 che si è svolto all'Auditorium Santa Caterina a Foligno e che ha fatto il punto sullo stato di attuazione dei due Fondi.

"Siamo orgogliosi dei risultati positivi ottenuti – ha detto il presidente – perché lavorando bene abbiamo dato risposte concrete, anche con modelli sperimentali innovativi, come abbiamo fatto ad esempio con gli interventi del Fondo sociale europeo. Un aspetto di questa programmazione molto importante per l'Umbria – ha aggiunto - è la dimensione territoriale: abbiamo avvicinato l'Europa ai cittadini risolvendo problemi concreti dei territori  con gli strumenti dell'Agenda Urbana, della Strategia Aree Interne e con il progetto dell'Iti Trasimeno. I programmi di Agenda Urbana individuati nel Por Fesr 2014-2020 ed integrati con il Por Fse,  che riguardano Perugia, Terni, Foligno, Città di Castello e Spoleto, sono stati tutti approvati e sono stati costruiti mirando ad una pluralità di interventi che riguardano tematiche importanti e decisive per lo sviluppo socio-economico di queste città".

"Basti pensare – ha rilevato Paparelli - all'inclusione sociale, alla mobilità e logistica sostenibile, l'efficienza e il risparmio energetico, la digitalizzazione di servizi e alla fruizione di attrattori culturali e la loro messa in rete. Allo stesso modo, attenzione particolare viene dedicata alle tre aree interne della regione (area nord-est, area sud-ovest e area sud-est), per rompere i vincoli dell'isolamento, garantire quantità e qualità dei servizi pubblici, al fine così di contribuire maggiormente al rilancio dell'intera comunità territoriale. Inoltre, da ultimo, è stato avviato il Progetto Integrato d'area per la riqualificazione e valorizzazione dell'area del Trasimeno".

"Il 2019 è un anno che assume un rilievo fondamentale nel quadro della programmazione comunitaria – ha detto ancora – poiché siamo a metà della programmazione 2014-2020 e si è già avviata la futura programmazione comunitaria 2021-2027, per cui si apre la fase di concertazione a livello europeo e nazionale per arrivare alla definizione dei programmi operativi regionali del prossimo settennato. L'Umbria arriva a questa meta intermedia con i buoni risultati che ci vengono riconosciuti. Per quanto riguarda il Programma operativo del Fesr – ha specificato - abbiamo avviato tutti gli interventi a valere sugli 8 Assi prioritari: Ricerca e Innovazione, Crescita digitale, Competitività delle Pmi, Energia sostenibile, Ambiente e cultura, Sviluppo urbano sostenibile, Prevenzione sismica e Assistenza Tecnica. L'Asse sul Terremoto, l'ultimo, è stato introdotto nel 2017 e prevede interventi per ricerca e sviluppo tecnologico, competitività delle piccole e medie imprese, economia a basse emissioni di carbonio, prevenzione e gestione dei rischi, salvaguardia e tutela dell'ambiente".

Per quanto riguarda l'attuazione del Programma Fse, il Programma operativo "si sta realizzando in tutti i suoi Assi già con uno sguardo alla programmazione 2021-2027. Il Programma ha avuto la capacità di sviluppare modelli di intervento in tutti gli Assi e di costruire un sistema di governance, sia nelle relazioni tra pubbliche amministrazioni che nei rapporti pubblico-privato, in grado di assumersi già le responsabilità e le competenze che deriveranno dall'avvio della nuova programmazione comunitaria.  Ne sono un esempio l'attuazione integrata degli strumenti di politica attiva del lavoro; gli interventi di aumento delle competenze dei residenti umbri lungo tutta la filiera scolastica e formativa, dalla prima qualifica alla specializzazione post-laurea; gli accordi di collaborazione con i Comuni capofila di zona che insistono prioritariamente sulle risorse del Fse per l'offerta di servizi di integrazione sociale dei cittadini; gli interventi per una migliore efficienza ed efficacia dell'azione pubblica verso la collettività regionale. I tanti elementi di sperimentazione hanno rallentato la fase iniziale dell'attuazione del programma ma costituiscono oggi – ha notato - il vero valore aggiunto per la messa in atto della futura programmazione".             

"Il 2019 è un anno cruciale, con sfide importanti per il conseguimento dei risultati attesi e possiamo dire che l'Umbria ha vinto questa sfida – ha detto uno dei rappresentanti della Commissione Europea, Lodovico Conzimu (Fse) – Sono state svolte attività innovative e coinvolti diversi ambiti sociali, difficili da aggredire. Permangono ancora sfide, quali quella delle politiche occupazionali per superare il gap fra uomini e donne, favorendo l'accesso delle donne al mondo del lavoro. È una delle sfide per il futuro del contesto non solo umbro, ma nazionale".

Di "ottimo stato di avanzamento" della programmazione regionale comunitaria dell'Umbria ha parlato, fra gli altri, Piera Casentini dell'Anpal, l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, mettendo in evidenza come siano state raggiunte con gli interventi del Fondo sociale europeo oltre 73mila persone "e si è potuto così rafforzare sia l'inclusione sociale sia le competenze", mentre Rosita Caputo, del Ministero del Lavoro, si è soffermata su "gli esiti positivi della programmazione e contributo positivo dato all'Umbria, anche per quanto riguarda lo strumento di Garanzia Giovani, una priorità a livello nazionale ed europeo".

Tra i punti principali di discussione del Comitato di Sorveglianza c'è stato l'esame e l'approvazione delle Relazioni di attuazione annuale del Fondo sociale europeo e del Fondo europeo di sviluppo regionale 2014-2020 che contengono la descrizione delle procedure attivate e delle attività realizzate al 31 dicembre 2018 e che dovranno essere inviate alla Commissione Europea entro il 30 giugno 2019. Inoltre sempre per la fase 2014-2020, sono state affrontate le tematiche relative alla modifica del programma Fesr 2014-2020, allo stato di avanzamento dei programmi, all'attuazione del Piano di valutazione, all'attuazione della Strategia di comunicazione congiunta e alle attività di audit.

Per quanto concerne lo stato di attuazione dei programmi, a fine 2018 le azioni previste dal Programma operativo regionale del Fesr, che ha una dotazione di oltre 412 milioni di euro, hanno consentito di impegnare oltre 108,5 milioni di euro (il 26,32% della dotazione) con una spesa certificata di circa 68 milioni di euro (il 16,43% del budget assegnato). I traguardi raggiunti sono positivi. In particolare, l'Asse 1 ‘Ricerca e innovazione', che ha una dotazione pari al 25% del budget e prevede prevalentemente aiuti alle imprese, presenta una capacità di impegno delle risorse (41,76%) che è superiore alla media del programma, con una spesa certificata del 17,70% delle risorse, con 252 progetti conclusi su 300 finanziati.

Prendendo in esame uno tra gli effetti cardine dell'Asse, la capacità di attivazione degli investimenti nella ricerca e innovazione, l'azione 1.1.1 con cui sono stati finanziati 48 progetti di ricerca industriale volti prevalentemente a conseguire innovazioni di prodotto nel comparto della meccanica e 97 progetti di innovazione digitale delle PMI umbre volti all'acquisizione di servizi digitali, ha infatti attivato un volume di investimenti privati per ricerca e innovazione in linea con le aspettative (valore conseguito pari a circa 15 milioni di euro). L'Azione 1.2.2, con cui sono stati approvati 14 Programmi Strategici di ricerca, finanziati 13 riguardanti prevalentemente l'area "Fabbrica intelligente", ma anche l'"Energia", l'"Agroalimentare", la "Scienza della vita" e la "Chimica verde", presentati da reti costituite mediamente da 4 soggetti, ha attivato investimenti privati per circa 26 milioni di euro.

Per quanto riguarda il Fse, al 31 dicembre 2018, le operazioni selezionate sono 6.169 con impegni pari a oltre 109 milioni e mezzo di euro (46,1% della dotazione). La spesa sostenuta dai soggetti beneficiari e certificata alla Commissione Europea è di circa 41 milioni di euro (17,2% della dotazione). Dal punto di vista dell'attuazione fisica, le persone che hanno beneficiato di una politica attiva (intese come partecipanti di attività avviate al 31.12.18) sono 73.238, con le seguenti caratteristiche prevalenti: disoccupati 93,9%; donne 54,1%; adulte 66,7%; con livello di istruzione secondaria superiore-post secondaria non terziaria, 48%.

Durante il Comitato di Sorveglianza è stato fornito anche un quadro del contributo che l'Umbria, attraverso il Por Fesr, offre ad oggi al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Per l'area Imprese e cittadinanza, sono 457 le imprese che ricevono sostegno con l'asse 1 (valore obiettivo al 2023 è di 800); ammontano a 10.528.525 euro gli investimenti privati combinati al sostegno pubblico in progetti di ricerca e sviluppo e innovazione (30 milioni il valore obiettivo per il 2023); sono 35.859 le unità immobiliari aggiuntive coperte dalla banda larga ad almeno 30mbps (si conta di raggiungerne 121.120 nel 2023); gli investimenti privati combinati al sostegno pubblico alle imprese superano i 42 milioni e 832mila euro (obiettivo: 136 milioni) e per l'indicatore "crescita delle occupazione nelle imprese che ricevono un sostegno", con l'Asse 3, si è a 125 equivalenti tempo pieno (a fronte di un valore obiettivo di 50 equivalenti tempo pieno). 

Per l'area Ambiente, per quanto riguarda la diminuzione del consumo annuale di energia primaria degli edifici pubblici, il valore realizzato è di 6.967.647 kWh/anno, ben superiore al valore obiettivo al 2023 (3.500.000); la diminuzione annuale stimata dei gas a effetto serra è di oltre 10mila tonnellate equivalenti di CO2 (14mila il valore obiettivo).

E ancora, la crescita del numero di visite a siti del patrimonio culturale e naturale e a luoghi di attrazione che ricevono un sostegno è di 50.516 visite/anno (attese 236mila al 2023); l'estensione delle aree di valore naturale beneficiarie di intervento di valorizzazione è di 35.486 metri quadrati (obiettivo 60mila); la riduzione dei consumi annui di energia elettrica per illuminazione pubblica è di 1,62 Gigawattora (si punta a portarla a 8 Gigawattora al 2023).

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