PERUGIA – “In poche settimane 51mila persone hanno accolto l’invito del Pd e si sono messe in fila ai gazebo. Sono tante. Sfido a trovare precedenti nella storia dei partiti umbri dove in poche settimane 50mila persone si sono mobilitate non solo per dare un’indicazione, una preferenza, ma per lanciare un messaggio, che oggi è che di questo governo e di questa Lega l’Umbria non ne vuole sapere proprio niente”.

Il giorno dopo le primarie del 3 marzo, che hanno portato ai seggi quasi 31mila cittadini, il bilancio del Pd è di “grande soddisfazione” e soprattutto di “profonda consapevolezza che portiamo una responsabilità importante: essere all’altezza della fiducia in un’alternativa”. Oltre mille volontari impegnati, 217 seggi (158 in provincia di Perugia e 59 in provincia di Terni) organizzati, un seggio ogni 4mila abitanti con una media nazionale di un seggio ogni 8mila, una partecipazione superiore alla media nazionale (circa 3,3 votanti ogni 100 cittadini contro i circa 2,6), con un dato incoraggiante anche in realtà come Perugia che supera persino la media regionale, sono cifre importanti.

“In tempi difficili per la politica (basta guardare i dati sull’affluenza in Abruzzo e in Sardegna) quello di domenica è un elemento importante – ha sottolineato stamattina in conferenza stampa il segretario del Pd Umbria Gianpiero Bocci. Lo è non solo perché dimostra che abbiamo ritrovato il nostro popolo, un popolo che non molla facilmente, ma anche perché ci siamo aperti a migliaia di persone che non sono iscritte al Pd ma che avvertono un senso civico forte e fanno della partecipazione uno strumento per dire che il nostro Paese non può essere rappresentato da Salvini e dal governo gialloverde. Sono convinto che il Pd deve tornare, con lo spirito con cui è nato, ad essere una comunità larga dove c’è posto per tutti”.

La strada è quella giusta: “ieri ho sentito il nuovo segretario Zingaretti al telefono – racconta Bocci – ha ringraziato gli oltre mille volontari per la passione e l’impegno e soprattutto perché a differenza di altre realtà qui, dove non ci siamo preoccupati di dividerci sui candidati ma di agevolare la partecipazione, di toccare la coscienza delle persone, di farci carico di una giornata di festa, si è respirato un clima di comunità”.

Ora il compito del Pd “è coltivare la speranza. Lasciate alle spalle le difficoltà – ancora Bocci - abbiamo creato i presupposti per ricostruire e l’Umbria ha l’energia necessaria per dare, con strumenti e proposte, un contributo importante alla battaglia contro la cultura sovranista e divisiva di un governo che semina odio, mette uno contro l’altro, rompe i territori e pensa di costruire un’Italia a più velocità per le persone e per le istituzioni, fa la voce grossa coi più deboli e normalizza la posizione dei più forti. Dobbiamo offrire l’alternativa a un’offerta politica rivolta alla pancia e non al bene comune, a chi continua a chiudere gli occhi sullo stato di salute del Paese si preoccupa più di racimolare voti in vista delle europee che di governare; e passate le europee chi ci governa?”.

“Sono sempre prudente – ha aggiunto il segretario – per il principio che a piazza piene non sempre corrispondono urne soddisfacenti. Ma il vento sta cambiando seriamente, al di là del Partito Democratico e al di là di quello che c’è stato domenica. Ce lo raccontano le piazze di Milano e di Torino e decine di altre piazze. Abbiamo bisogno di una cultura della solidarietà, che non isola l’Italia ma ne fa un elemento della cooperazione internazionale, che anteponga le ragioni dello Stato alla convenienza per raccattare qualche voto della pancia, che metta davanti a tutto il rispetto della dignità delle persone. La nostra regione, la terra del francescanesimo e di Capitini, ha rappresentato, e deve continuare a farlo, una cerniera rispetto a queste sfide, rispetto alle quali non dobbiamo distrarci”. 

Dopo di che “l’esito del voto ci consegna un segretario forte e legittimato, senza possibilità di letture o interpretazioni strumentali e il Pd ha bisogno di un segretario forte, autorevole e legittimato dal suo popolo. Domenica abbiamo ritrovato il nostro popolo”.

“Oggi – ha concluso Bocci - ci sentiamo meglio rispetto a ieri, non solo nei numeri, perché la politica è fatta anche di cose immateriali. La ragione non cammina mai senza cuore e il Pd ha lasciato la rassegnazione e ritrovato ragione e cuore”. 

“A un anno dal 4 marzo – ha sottolineato il vicesegretario Francesco De Rebotti – la grande partecipazione alle primarie di domenica ci consegna una responsabilità importante che è quella di ascoltare e di ricostruire la nostra comunità. I gazebo, insieme alle piazze, hanno espresso un’opposizione netta al governo e ci dicono che prima vengono le persone e questo dobbiamo saperlo interpretare”.

Rispetto all’esito delle primarie, del 3 marzo e del 16 dicembre, “mi sento in buone mani, per una caratteristica comune di Bocci e Zingaretti e del loro progetto: sono lo specchio di un modo di fare politica che è opposto all’aggressione e alla contrapposizione. È una politica fatta per passione, con serietà, onestà, con lo stile giusto e con rispetto per l’avversario e per i cittadini che non ci votano. C’è bisogno di persone affidabili che si occupano delle persone e del Paese”.

“Ora – per De Rebotti – è il tempo delle proposte per l’alternativa a chi ha lavorato per divaricare, creando una società conflittuale in cui troppo spesso gli ultimi sono contro i penultimi. Oggi il Pd si presenta con una fisionomia di partito rinnovata e con autorevolezza riacquista un approccio positivo e si mette al lavoro, mettendo al primo posto il bene comune, con coraggio e passione”. 

“Domenica è successo qualcosa di straordinario, se vogliamo anche di romantico; nessun partito o movimento riesce a mobilitare così tante persone intorno a un’idea così forte e così chiara che è l’urgenza di contrapporre a questo governo un’alternativa credibile e radicata” è la convinzione del vicesegretario Cristian Betti. E “sbaglia chi tenta di sminuire la portata delle primarie del Pd e chi sottovaluta un popolo così attento”. “La risposta più bella, entusiasmante e appassionata al nostro appello – aggiunge - è una partecipazione che arriva dal territorio, dove si rendono più evidenti le lacune e le scelleratezze politiche di questo governo. Non dimentichiamo che stanno declassando, nel silenzio tombale dei rappresentanti locali delle forze al governo, la questura di Perugia; si impoveriscono i comuni con tagli imponenti alle risorse; si ridefiniscono senza concertazione i finanziamenti al piano periferie; per una spartizione politica delle disponibilità si lasciano all’Umbria bruscolini per il piano contro il rischio idrogeologico”. 

A breve sarà convocato a Roma il primo incontro tra il segretario nazionale e i segretari regionale, “dove parleremo delle amministrative, che stiamo preparando puntando sul protagonismo civico e sull’apertura, e delle europee – fa sapere Bocci – appuntamento a cui anche l’Umbria si presenterà con una rappresentanza forte”.

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