Le primarie dell'ipocrisia
di Simone Gobbi Sabini
Se a Roma non l’hanno vista arrivare, a Terni non ne vogliono proprio sentir parlare. Questa la sensazione che si prova nel vedere la gestione della candidatura Kenny da parte dei giovani dalle belle speranze alla guida del PD (Di Girolamo, Raffaelli, Porrazzini a leggere gli articoli della stampa locale), supportati dall’area tanto vaga quanto “interessata” della sinistra moderata (più che popolare), verde (più che ambientalista).
La lotta per l’egemonia dei resti, che insensatamente si sta portando avanti nel campo dei progressisti ternani, ha un duplice scopo: indebolire la candidatura di Fiorelli e spianare la strada del ballottaggio al prode Bandecchi. L’invocazione evocativa del “con Kenny, ma anche con i gazebo” è quanto di più ipocrita si potesse immaginare. Va ricordato che la candidatura Fiorelli, nasce cresce e si sviluppa dalla fallimentare ricerca di un nome condiviso nell’area del campo largo. Il PD in attesa dei risultati del suo congresso, la scialuppa di assistenza rosa/verde in attesa dei risultati del congresso del PD, Terni nel frattempo in balia dei rigurgiti salivari del presidente della Ternana e del regolamento di conti interno alla belligerante coalizione di centrodestra.
Riesumare i gazebo oggi, non rappresenta il punto più alto della democrazia e della partecipazione, ma il fallimento completo della politica. Portare ai gazebo i nomi di Fiorelli e di Kenny sarebbe un harakiri spacciato per catarsi e un lungo inverno rivenduto come risveglio primaverile. In politica i tempi sono importanti quanto il metodo e il merito della discussione; o dalla riunione di via Mazzini veniva fuori un nome altro condiviso in grado di unire l’intero campo, da bella ciao ai rosa/verdi passando per PD, 5 stelle e civici in sostegno di Fiorelli, o non rimaneva che prendersi le proprie responsabilità e andare ciascuno per la propria strada, senza stare lì ad accusare l’altro di chissà quale miopia e chissà quante nefandezze.
La lettera, “calata dall’alto” fuori tempo massimo, dei 43 della società civile a sostegno del candidato sindaco Kenny, l’altra lettera che rimanda a Plaza de Mayo ignorando Piazza della Pace e San Giovanni (o Borgo Rivo, Borgo Bovio e Gabelletta), puzzano di vecchio corso che non si arrende all’evidenza del reale. Non è una questione che riguarda il profilo personale dei candidati, è un fatto squisitamente politico, che non può cedere il passo all’abusato gioco delle tre carte. Su Kenny e Fiorelli proprio per questo non si dirà nulla, se non evidenziare l’anagrafe, da una parte uno stimato professore sulla via della pensione, che intende mettere al servizio di tutti il proprio tempo garantito dall’INPS, dopo una vita passata in università, dall’altra un altrettanto stimato anestesista/rianimatore nel pieno della maturità, che ha unito l’impegno professionale alla battagliera presenza in consiglio comunale nell’ultimo quinquennio.
Finito il tempo dei tentativi invocati sui giornali e sabotati nel rotondo dei tavoli, è arrivato il momento di percorrere con convinzione ciascuno la propria strada. Chi con Kenny, chi con Fiorelli. Chi con un PD in cui Spinelli risulta essere la garanzia del futuro, sempre anagraficamente parlando, chi con una coalizione popolare, ambientalista, civica che non si accontenta di dare continuità all’opposizione consiliare degli ultimi cinque anni, ma che vuole essere alternativa anche agli ultimi venti anni di “gestione della cosa pubblica” nella conca. Chi con chi pensa di praticare egemonia attraverso artifizi epistolari e non, chi con chi chiama i cittadini a una rinnovata partecipazione per cambiare insieme il corso degli eventi.
Insomma la politica, ternana e non, ha bisogno di una sinistra in grado di mettersi in discussione e in rapporto dialettico critico con l’altro, ha bisogno di allargare la partecipazione, di sostituire la demagogia della promessa con la democrazia dell’ascolto e la retorica della sicurezza con la pratica della vivibilità. Non ha bisogno invece delle “vecchie volpi” e dei soliti “giochetti da tavolo”, che tanto male hanno fatto a Terni e che hanno spianato la strada ieri all’egemonia della destra cittadina e che rischiano di costruire oggi come alternativa un’autostrada alla “destra presidenziale”, che evoca la fine della schiavitù da Perugia, celando, come la miglior esca fa con il più infido amo, con malcelata evidenza, gli interessi personali che sovrastano e sottendono il proprio scendere in campo.
articolo pubblicato su https://www.micropolisumbria.it/le-primarie-dellipocrisia/?fbclid=IwAR3e0jcd67QZF12K4O13h9MEyspHTOhpz1dMknu9aVQ_btXN9kp8nJsaPHg
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