La Sinistra per Perugia ribadisce, ancora una volta, la forte vicinanza ai lavoratori della Perugina in lotta per il loro posto di lavoro.
Anche noi, come molti altri: partiti, associazioni, Istituzioni locali e singoli cittadini, saremo sabato in piazza per manifestare il nostro dissenso contro la Nestlè che sacrifica le persone solo per maggiori profitti a vantaggio di pochi azionisti e dei fondi speculativi internazionali.
A questo punto della vertenza, però, siamo sempre più convinti che l’accordo di Aprile del 2016 è del tutto superato e insufficiente a garantire lo sviluppo produttivo e occupazionale per la Perugina.
Riteniamo, inoltre, che la sua applicazione ha portato, tra le altre conseguenze, a dismissione di marchi famosi, all’ esubero di 364 persone, mentre gli investimenti in marketing non hanno recuperato quote significative di vendita tali da garantire l’occupazione attuale.
Mentre l’azienda ha continuato una politica di ristrutturazione, di razionalizzazione delle produzioni, di contenimento del personale e dei costi, di commercializzazione di pochi prodotti, già in corso di attuazione da alcuni anni.
In questi mesi, inoltre, ci siamo accorti che sta cambiando tutta la politica industriale del gruppo in Italia, poiché vengono coinvolti nella ristrutturazione altri siti produttivi.
Siamo convinti, allora, che il sindacato nazionale debba aprire una vertenza con il governo affinché intervenga nella difesa del settore dolciario– alimentare Italiano, come questione nazionale, a difesa di aziende prestigiose e di marchi che rappresentano veri gioielli dell’industria Italiana.
Del resto il governo francese è già intervenuto in tal senso per i cantieri navali.
Oggi, dopo parecchi mesi, si ammette che i possibili esuberi erano previsti nell’accordo, ma allora che senso politico assume la sua difesa ostinata che ha prodotto questa situazione?
Secondo noi, subito dopo la manifestazione di sabato, per dare un senso alla spinta della cittadinanza, occorre una nuova linea politica che punti alla definizione di un accordo più avanzato, dove venga previsto l’allargamento della base produttiva e quindi per nuovi investimenti.
Altrimenti, sarà difficile impedire il ridimensionamento dello stabilimento di San. Sisto.
Saremo tantissimi in piazza a difendere la nostra azienda, ma se le rispettive posizioni restano ferme, i lavoratori in esubero sembrano difficili da salvare.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

 

 

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