PERUGIA – “Un’operazione culturale di grande valore che, sulla scia della bella mostra sul Sassoferrato - organizzata, anche questa, dalla Fondazione per l’Istruzione Agraria di Perugia  e ospitata nel complesso benedettino di San Pietro - prosegue l’opera di riscoperta di un periodo artistico importante e multiforme, quanto poco valorizzato della nostra regione”: lo ha affermato la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini in occasione dell’inaugurazione della mostra "Luce figura paesaggio. Capolavori del Seicento in Umbria” a cura di Cristina Galassi, che sarà aperta al pubblico dal 10 novembre 2018 al 30 giugno 2019.

“Anche in questa mostra – afferma la presidente - si distingue l’operato della Fondazione per l’istruzione agraria, erede dell’enorme patrimonio architettonico, storico e artistico tramandato dalla comunità benedettina di San Pietro, alla quale la Regione ha aderito con piacere contribuendo anche con la messa a disposizione di un’opera di Pietro Montanini. È innegabile che, spesso, l’immagine stereotipata dell’Umbria come regione dall’impronta medievale o al massimo rinascimentale, non abbia giovato alla conoscenza e anche alla tutela delle opere d’arte dei periodi considerati ‘minori’ – prosegue - Una tale sottovalutazione permise, inoltre, la distruzione o la dispersione di arredi e contesti di edifici ecclesiastici e privati e ritardò la piena consapevolezza di una fase invece vitale e cruciale anche per la cultura della nostra regione. Da allora sono stati fatti molti passi e non possiamo che essere grati a tutti quegli studiosi che operano per l’emersione dall’oblio di importanti testimonianze d’arte e storia e per animare il dibattito storico-critico sul periodo in esame. Grazie all’Università e alla Fondazione per tutto il grande lavoro di ricerca e per tutte le iniziative che si stanno realizzando nel Complesso di San Pietro, luogo simbolo della storia dei benedettini e dell’identità di Perugia e dell’Umbria, unico e ricco di spiritualità e di storia non solo culturale, ma anche di scienze agrarie”.

Condividi