PERUGIA - Ha permesso di smantellare quello che è ritenuto un "complesso ed articolato" traffico illecito di rifiuti, pannelli fotovoltaici, fittiziamente smaltit,i un'indagine condotta dai carabinieri per la tutela ambientale di Perugia in ambito nazionale. Eseguita un'ordinanza che dispone misure cautelari a carico di soggetti appartenenti a una presunta un'associazione per delinquere. Contestati anche reati quali riciclaggio, auto-riciclaggio e traffico internazionale illecito di rifiuti.

Il provvedimento è stato emesso dal gip di Perugia su richiesta della locale procura. Prevede tra l'altro il sequestro di 12 società e relativi beni strumentali per svariati milioni di euro.

In pratica gli inquisiti ritiravano partite di pannelli fotovoltaici dismessi (ma ancora funzionanti) da numerosi parchi solari in tutta Italia ma, anziché demolirli con il recupero dei materiali, come prevede la normativa, li riciclavano commercializzandoli (con dati identificativi appositamente alterati) all'estero. Un meccanismo finito al centro di un'indagine dei carabinieri del Noe di Perugia.

L'operazione ha interessato diverse province italiane. Sette gli arresti eseguiti, due ai domiciliari, e 12 le aziende del settore recupero rifiuti sottoposte a sequestro per disposizione del gip del capoluogo umbro.

Nel fascicolo sono stati ipotizzati, a vario titolo, accuse quali associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti e altri reati.

L'indagine, partita da un controllo eseguito in un'azienda di Gualdo Tadino, ha permesso di disarticolare quello che gli investigatori ritengono un sistema "assai complesso" dedito alla gestione illecita di "ingenti quantitativi" di rifiuti.

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