di Danilo Tedeschini - SportPerugia

Domenica scorsa, ospite della trasmissione Studio 90°, ci venne chiesto dal conduttore Sergio Fabiani come il Perugia  avrebbe potuto affrontare al meglio i playoff partendo da un settimo od ottavo posto (matematicamente ottavo da ieri) che costringe i grifoni a partire in salita col preliminare giocato in trasferta. La nostra risposta, tra la sorpresa e lo sbigottimento dei presenti, citò il Pescara di quattro anni fa, quello del clamoroso esonero di Baroni ad una giornata dalla fine, sostituito in panchina da Oddo. Il nuovo tecnico battè il Livorno nell’ultima giornata in una specie di spareggio anticipato, andò al preliminare come settimo contro il Perugia, ci eliminò, vinse anche la semifinale col Vicenza e sfiorò l’impresa contro il “raccomandatissimo” Bologna, impresa negata dalla traversa del “Dallara” colpita in pieno recupero. Mai, però, avremmo immaginato che il Presidente Santopadre, a sei giorni di distanza, potesse prendere  l’identica decisione presa a suo tempo dal suo collega Sebastiani ed invece ieri sera, all’ora di cena, ci è arrivata la notizia del clamoroso esonero di Roberto Breda. Decisione che ci trova d’accordo perchè, lo scrivemmo nell’editoriale della settimana scorsa, Breda non ci ha mai convinto sul piano del gioco, anche durante la bella serie positiva delle dodici partite iniziali del girone di ritorno, vinte spesso con molta fortuna e comunque una minoranza rispetto alle altre diciotto disputate col tecnico di Treviso in panchina nelle quali il Perugia ha viaggiato alla media retrocessione di un punto a partita. E la media finale di poco più di un punto e mezzo a partita realizzata da Breda, lo ribadiamo, è nettamente inferiore a quelle al top di Battistini e Camplone ma anche a quelle meno eclatanti di allenatori criticatissimi, a torto o a ragione, dalla piazza come Cari e Cuccureddu. Evidentemente anche al duo Santopadre-Goretti il gioco di Breda non piaceva e significativa fu una dichiarazione proprio del Direttore dell’Area Tecnica in una trasmissione di quest’inverno, quando il Perugia era nel periodo positivo, che ribadiva che l’operato dell’allenatore era costantemente monitorato. Le tre fasi di Breda, la prima negativa, la seconda quella centrale positiva, la terza quella delle ultime otto gare con soli sette punti conquistati ed una sola vittoria, quella faticosamente raggiunta a Carpi, contro la squadra dal peggior attacco del campionato. E in queste otto gare c’è stata anche l’onta del derby perso in casa dopo ben ventisette anni, addirittura facendosi clamorosamente rimontare dall’Unicusano Ternana, squadra che chiude matematicamente il campionato all’ultimo posto della classifica, dal due a zero al due a tre. E in tutte queste otto gare, si è notato un Perugia in calo, soprattutto sul piano dell’intensità, noi lo avevamo intravisto addirittura dalla gara di Cesena, calo evidenziato anche nello scialbo pareggio casalingo di ieri contro il Novara, quartultimo. Insomma, a nostro parere, l’esonero ci sta tutto anche se Santopadre avrebbe fatto meglio a deciderlo dopo la sconfitta interna nel derby, con ancora cinque partite decisive da giocare per poter ambire ad un piazzamento decisamente migliore ed evitare il preliminare. Quello che non ci trova assolutamente d’accordo con il Presidente è  invece la scelta del sostituto di Breda, ancora una volta una scommessa, Alessandro Nesta, nessuna esperienza nei campionati italiani e reduce da una clamorosa eliminazione, da favorito, dai playoff del modesto campionato americano. Non che in giro ci fosse chissà che ma a nostro avviso gli esperti Gianni De Biasi, stimato ex tecnico del’Albania e con due promozioni in A conquistate con Modena e Torino o Edy Reja, quattro promozioni dalla B alla A in carriera con Brescia, Vicenza, Cagliari e Napoli,  sarebbero state certamente scelte più sagge. Ricordiamo che Gaucci cacciò ignobilmente Novellino all’indomani della vittoria di Casarano che garantiva lo spareggio di Foggia con l’Acireale ma lo sostituì con il “mito” perugino Ilario Castagner. Non resta che augurarci che le nostre parole siano errate e che la scelta di Nesta si riveli azzeccata altrimenti l’esonero di Breda si rivelerebbe solo la decisione dettata dalla disperazione di un Presidente che, anche e molto per proprie colpe, sta vedendo fallire per il quarto anno consecutivo il proprio obiettivo. Consentiteci infine un doveroso saluto a Breda, da noi aspramente criticato come tecnico ma persona educata, squisita e gentile, che paga per sue evidenti colpe ma anche, come tutti i suoi predecessori, per aver dovuto lavorare con rose non complete e con quel costante fiato sul collo dei suoi dirigenti che sistematicamente finisce per far cadere tutti i tecnici nel vortice di una centrifuga impazzita. Ecco perchè, poco fa abbiamo parlato di obiettivo e non di progetto perchè di progetti in questi anni di B ne abbiamo visti fin troppi ma mai nessuno portato a termine, a cominciare dal “peccato originale”, il colpevole smantellamento della vittoriosa squadra di Camplone, quella dei Mazzeo, diciotto gol in B col Foggia, lasciato andare per pochi spiccioli, degli Scognamiglio, uno dei difensori più forti e prolifici della categoria, degli Sprocati, uno dei giovani più promettenti della cadetteria e dei Moscati, non riscattato in C2 per trentamila euro, che anche ieri, nonostante il gol segnato a Leali, ha avuto il meritato tributo dal “suo” pubblico del “Curi”.

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