PERUGIA - Si è tenuto questa mattina alla sala dei Notari il consiglio comunale aperto su “Sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, un tema ancora aperto. Aggiornamento 2018”, al quale hanno preso parte operatori del settore e rappresentanti delle associazioni di categoria, oltre ai consiglieri comunali e all’assessore al Welfare Edi Cicchi.

“Tra il 2006 e il 2008 - ha ricordato il presidente del consiglio Varasano - a seguito di eventi luttuosi sul lavoro, l’amministrazione scelse la via del confronto tra istituzioni, parti sociali e cittadini attraverso l’istituzione di una Consulta permanente sulla sicurezza e salute sul lavoro, che tre anni fa è stata cancellata perchè non veniva più convocata da tempo. Tuttavia, -ha proseguito- d’accordo con tutte le forze politiche, abbiamo concordato che, data l’attualità del tema, avremmo organizzato un consiglio aperto biennale con il coinvolgimento delle parti sociali che già avevano aderito a quella consulta. Questo di oggi è un appuntamento importante, che ci vede insieme a riflettere su un argomento che purtroppo -ha concluso Varasano, con riferimento agli incidenti anche mortali avvenuti nei giorni scorsi- la cronaca nazionale ma anche quella della nostra regione ci dicono essere sempre attuale.”

Ad aprire gli interventi è stata Anna Lisa Agneletti, Responsabile regionale Servizio Ambiente e Sicurezza CNA Umbria. “Molta strada è stata fatta -ha spiegato- ma dobbiamo ancora lavorare parecchio. Negli anni abbiamo assistito ad uno spostamento del focus dalla sicurezza oggettiva, legata alla macchina, alla sicurezza soggettiva, ovvero relativa alle persone. Per questo stiamo lavorando all’attuazione di un processo educativo rivolto ai lavoratori affinché vi sia un cambiamento dei comportamenti dei lavoratori stessi.”

Anche Filippo Campanile, in rappresentanza di Confindustria Umbria, ha ribadito che non si può dare nessuna dignità al lavoro se non nella piena sicurezza. “Tuttavia - ha precisato - è necessario operare in un quadro normativo serio e chiaro, le regole devono essere semplici e precise per essere efficaci.” Per il sindacato degli imprenditori la sicurezza è anche un fattore di competitività a cui dare concretezza attraverso le certezza delle norme e delle responsabilità, ma anche attraverso una seria formazione, efficace e di qualità, e lo sviluppo di una cultura della sicurezza, con la condivisione delle buone pratiche.

Quindi, è intervenuta Patrizia Salvatore, Responsabile Processo Prevenzione Inail Perugia:, che ha fornito dati rispetto al fenomeno infortunistico in Umbria e a Perugia in particolare.

“Negli ultimi anni - ha spiegato - il fenomeno infortunistico ha registrato, sia a livello nazionale che regionale, una certa flessione. Nella Provincia di Perugia tra il 2013 e il 2017 gli infortuni sul lavoro sono diminuiti del 17,72%, in linea con il dato regionale di -17,36% e in misura marcata rispetto al dato nazionale che si attesta al -14%. In termini assoluti, 10.194 casi denunciati nel 2013 contro gli 8.388 del 2017.”

La dott.ssa Salvatore ha fatto rilevare come il 19% degli infortuni ammessi ad indennizzo risulti avvenuto fuori dall’azienda, cioè con mezzi di trasporto o in itinere, ovvero nel tragitto casa-lavoro-casa. La riduzione, in questo caso, ha riguardato esclusivamente gli infortuni stradali, mentre quelli in itinere hanno subito un lieve aumento.

“Il dato - ha precisato - è particolarmente rilevante perché, da un lato, mostra l’efficacia delle azioni preventive messe in campo negli ambienti di lavoro cd ordinari, dall’altro, permette di elaborare strategie e misure di prevenzione nell’immediato.”

Per quanto riguarda i settori con la maggiore incidenza infortunistica, a livello provinciale, vi sono -in ordine decrescente- l’industria manifatturiera, i trasporti e il commercio. L’agricoltura ha registrato negli ultimi anni numerosi infortuni anche gravi.

Anche gli infortuni con esito mortale, tra il 2013 e il 2017, hanno registrato una riduzione del 56% con 25 infortuni mortali nel 2013 e 11 nel 2017, di cui 3 durante l’attività lavorativa, 3 in itinere e 5 negativi. “Il 2018 - ha aggiunto la responsabile - per quanto riguarda gli infortuni mortali sembra purtroppo registrare un’inversione di tendenza sia a livello provinciale che regionale, in linea con il dato nazionale, mentre a livello generale, il fenomeno infortunistico quest’anno sembra registrare una flessione. Si tratta però - ha precisato - di dati non ancora consolidati, che esprimono solo una tendenza di massima.”

Le malattie professionali, invece, nel corso degli anni hanno subito un notevole incremento a tutti i livelli territoriali, pari al 43,04% tra il 2013 e il 2017 (862 denunce di malattie professionali nel 2013 contro 1233 del 2017). “Dobbiamo tenere conto a questo proposito -ha precisato ancora Salvatore- che tale aumento è da ascrivere a diversi fattori, tra cui l’attività di sensibilizzazione e informazione nei confronti dei lavoratori che ha portato all’emersione di patologie fino a qualche anno fa non riconosciute o denunciate come professionali.”

Secondo quanto riportato, la riduzione degli infortuni è data dalle azioni di prevenzione mirate che sono state attuate dai diversi soggetti operanti nell’ambito del welfare, con una maggiore diffusione della cultura della sicurezza, favorite anche da finanziamenti e agevolazioni dallo Stato.

Per Filippo Ciavaglia, Segretario Camera del Lavoro di Perugia Cgil Umbria, anche una sola vittima sul lavoro è una sconfitta per tutta la società. “Purtroppo la legislazione attuale non aiuta - ha detto - anzi, ha peggiorato la situazione, anche dando vita ad un aumento e ad una sovrapposizione di forme contrattuali che non incentivano la sicurezza sul lavoro. Dobbiamo operare di più - ha concluso - in termini di prevenzione, informazione e formazione anche nelle scuole, così come a controlli più capillari e efficaci.”

E’ quindi intervenuto il consigliere Camicia che ha ribadito, dal canto suo, la necessità di mantenere alta l’attenzione sul tema. “Stiamo abbassando la guardia - ha aggiunto, esprimendo peraltro vicinanza vittime degli ultimi due infortuni sul lavoro, quello mortale di Todi e quello di Città di Castello - ritengo che vi sia stata una diminuzione della prevenzione e dei controlli e l’amministrazione comunale è la prima che non pone attenzione alla sicurezza, visto che nessun accorgimento è stato intrapreso anche dopo l’aggressione ad un dirigente quest’estate.”

Per non lasciare soli i parenti delle vittime, Camicia ha infine proposto di aprire un sportello di ascolto a Perugia, mettendo a disposizione dei parenti delle vittime un percorso di aiuto e sostegno. “A breve formalizzerò la proposta in tal senso - si è impegnato il capogruppo Psi - e ho già presentato un ordine del giorno affinché si possa rivedere la legge che rende obbligatoria l’assicurazione per le casalinghe, perchè le morti domestiche sono troppe, circa 8mila, ed è necessario fare prevenzione anche in questo ambito.”

In risposta l’Assessore Cicchi ha tenuto a precisare che l’attività di ascolto, informazione, sostegno e accompagnamento per tutti coloro che hanno una difficoltà già esiste in capo agli Uffici di cittadinanza, che rappresentano il primo approccio con l’amministrazione.

Sono, dunque, ripresi gli interventi degli invitati con il Direttore Dipartimento Prevenzione e sicurezza sul lavoro USL1 Giorgio Miscetti, che ha spiegato come la maggior parte degli infortuni avviene per motivi legati al processo e non alle macchine. “Le macchine oggi, per la maggior parte sono sicure e omologate, purtroppo però le utilizziamo con modi e tempi diversi da quelli che richiederebbero. Una ulteriore riflessione - ha aggiunto - la richiedono anche le forme contrattuali che rendono difficile l’attuazione della normativa sulla sicurezza. Anche i controlli sono carenti e si assiste ad una diminuzione della capacità sanzionatoria che ha, forse, portato ad un calo di attenzione. Vi è la necessità - ha concluso - di vedere il sistema normativo e organizzativo a livello nazionale perché no è più adeguato ai tempi.”

Sul tema delle forme contrattuali e dell’organizzazione del lavoro si è incentrato anche l’intervento di Valerio Natili, Coordinatore AST Cisl, che ha anche sottolineato la necessità di controlli sulla salubrità dei luoghi di lavoro, al fine di prevenire le malattie professionali. “La sicurezza sul lavoro -ha concluso- è una questione culturale, dovrebbe essere il lavoratore stesso a pretendere di lavorare in sicurezza e se, è vero che è aumentata la sensibilità in tal senso, è altrettanto vero che dobbiamo fare ancora tanti passi avanti.”

Critico nel merito si è detto Giuseppe Siniscalchi, Responsabile Uil Umbria settore artigiano, per il quale è importante parlare del tema della sicurezza ma lo è ancora di più essere operativi. “Sono anni che stiamo dicendo le stesse cose - ha detto - ora è il momento di reagire La nostra regione non può rimanere ai primi posti delle classifiche nazionali delle morti sul lavoro.” A suo avviso, sarebbe necessario intervenire con una comunicazione più diretta sulla formazione dei responsabili per la sicurezza che, sensibilizzati e formati adeguatamente, possano essere viatico anche per gli altri lavoratori.

Al termine degli interventi esterni hanno preso, dunque, la parola i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Pietrelli, Rosetti e Giaffreda.

“I numeri non ci aiutano a stare tranquilli. - ha detto Pietrelli - Purtroppo non si riesce a limite il fenomeno, c’è quindi bisogno che tutti gli attori si impegnino per capire quali sono i motivi che non ci permettono di risolvere questo problema una volta per tutte.” Pietrelli ha, quindi, invitato a non sottovalutare le emergenze croniche solo perché tali e a non abdicare al controllo dovuto.

La capogruppo M5S Rosetti ha, dal canto suo, ribadito la necessità di investire in prevenzione. “Non dobbiamo permettere che si baratti la vita con il lavoro come avviene in questo particolare momento storico. - ha detto - Mi chiedo oggi se e quali strumenti abbia il lavoratore per contrastare contrattualmente il datore di lavoro in tema di sicurezza. E’ fondamentale intervenire sulla qualità del lavoro nel suo complesso con interventi fortemente incisivi, a partire proprio dalle condizioni di lavoro e dall’emersione del lavoro nero.” Rosetti ha, quindi, invitato gli ospiti a presentare proposte di misure di prevenzione e controllo per poterci lavorare concretamente.

Infine, ha preso la parola il consigliere Stefano Giaffreda, stigmatizzando l’assenza della maggioranza e gli scarsi interventi dei consiglieri e ribadendo come, anche a suo avviso, a peggiorare la sicurezza nei luoghi di lavori sia proprio la precarietà e la scarsa qualità del lavoro stesso.

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