Perugia/ Riaprono “Le stanze della memoria” di Palazzo Gallenga
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PERUGIA – Dopo cinque mesi di accurato lavoro vengono finalmente restituite nel suo splendore “Le stanze della memoria” di Palazzo Gallenga dell’Università per Stranieri di Perugia, restaurate per volontà del Rettore prof. Giovanni Paciullo, nel loro patrimonio artistico e identitario per essere restituite agli studenti e all’intera comunità umbra con i loro affreschi, i lampadari veneziani e le tappezzerie di broccato.
All’importante lavoro di restauro hanno lavorato gli esperti della Kyanos, sotto la direzione di Sergio Fusetti e Carla Mancini con la supervisione della soprintendente Tiziana Biganti. Le stanze della memoria e i percorsi di restauro verranno presentate giovedì 6 luglio alle 17.00 presso l’Aula VI di Palazzo Gallenga (al III° Piano). Di questo patrimonio artistico ne parleranno Maria Rita Silvestrelli, Carla Mancini, Sabrina Cittadini e Alberto Stramaccioni.
Palazzo Gallenga Stuart a Perugia in stile barocco, fu eretto nel 1748 su commissione della nobile famiglia Antinori. Diventato nel 1875 proprietà dei Gallenga Stuart, di cui porta il nome, il palazzo fu ceduto al Comune di Perugia nel 1926 e dal 1927 ospita la sede Italiana più importante dell’Università per Stranieri. L'Università dovette inizialmente affrontare spese per riparazioni e adattamenti alle nuove esigenze funzionali; i lavori, eseguiti fra il 1927 e il 1931, consistettero nel restauro delle decorazioni parietali, nel rivestimento con damaschi delle pareti delle aule, della sala destinata ai convegni e della sala di lettura, nell'apertura di nuovi accessi indipendenti alle aule, nell'illuminazione delle aule e degli ambienti del rettorato, della segreteria, della biblioteca e delle sale di lettura, nella ventilazione delle aule, nella realizzazione di arredi fissi (banchi, cattedre e lavagne), nell'ampliamento delle sale al primo piano destinate alla biblioteca, nell'istallazione di un impianto di ascensore e nell'approvvigionamento di scaffalature in legno e in metallo. Gli affreschi al piano nobile sono attribuiti ai maestri Nicola Giuli e Pietro Carattoli.
Gli interni sono riccamente decorati in gusto rocaille in stucco, grandi valve di conchiglia si aprono agli angoli dell’atrio, impreziosito anche da colonne binate e da due busti di divinità entro ovati. Al secondo piano una decorazione affrescata inizia dalle due anticamere di ingresso arricchite anche da tele parietali datate al 1762, con paesaggi e rovine di incerto autore. Nella prima di cinque sale contigue si sviluppa il tema del Tempo, raffigurato come l’anziano Saturno accompagnato dai suoi tradizionali attributi ovvero la clessidra e l’uroboro (il serpente che si morde la coda).
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