PERUGIA – Il Segretario provinciale del Pd di Perugia Leonardo Miccioni ha rassegnato oggi le sue dimissioni nel corso dell’assemblea provinciale, che ha anche rappresentato l’occasione per una riflessione franca e aperta sul dato elettorale e sul futuro del Pd.

“Il mio tempo da segretario provinciale, dopo meno di 2 anni – ha annunciato Miccioni - termina qui”. Tra le motivazioni il fatto che “ad oggi, con il profilo ‘federalista’ del Partito Democratico che rinnova i propri livelli politici in momenti differenti, la maggioranza con cui sono stato eletto, in un Pd riformista guidato da Matteo Renzi, a seguito di percorsi congressuali diversi, non è più la stessa. Come è evidente che la mia stessa visione politica non sia coincidente con quella del segretario nazionale Zingaretti. Non mi sono tirato indietro dal guidare, con spirito di sacrificio e insieme agli altri  reggenti il Pd regionale nel 2018 in un contesto di incertezza e sotto la guida del segretario Martina; ma non sono un uomo per tutte  le stagioni e pertanto non ritengo che io possa guidare questa fase politica in cui a volte io steso faccio fatica a ritrovarmi”.

“Ritengo, inoltre, che proprio per la delicatezza di questa fase politica, che ci porta alle prossime elezioni regionali, le mie dimissioni siano un atto che prova a richiamare la necessità di allargare la discussione. Va avviata una discussione seria e franca all’interno del Partito Democratico, una discussione che deve portare all’individuazione di un programma politico, di una coalizione e infine di un candidato alla presidenza della regione, nonché all’approvazione della lista per il consiglio regionale. Serve collegialità e rappresentanza di tutti all’interno del Pd, altrimenti si rischia di costruire un partito minoritario che guarda alle elezioni più per conservare se stesso e una parte della propria classe dirigente, che per provare a costruire un’identità politica capace di aggregare attorno a se un consenso importante che ci porti ad essere nuovamente una forza di governo, nelle città, in regione e nel Paese”. 

“Credo non sfugga a nessuno – ha anche detto nella sua relazione Miccioni - la delicatezza di questa fase politica, dove senza scorciatoie o capri espiatori siamo tutti chiamati a rispondere, ciascuno per la propria responsabilità, dinanzi ad una sconfitta netta e inequivocabile”. Europee e amministrative, con l’Umbria che registra il quarto miglior risultato della Lega e dove alle amministrative si perdono città importanti, segnalano la difficoltà diffusa del Partito Democratico. E in un quadro tanto complicato appaiono tutt’altro che scontate le vittorie nell’elezione di presidente e consiglio provinciale, “frutto di un lavoro di ricostruzione di un centrosinistra largo ed inclusivo e di un dialogo con le forze civiche””.

“Le mie dimissioni – ha concluso Miccioni – sono un elemento che metto a disposizione per garantire dialogo, rappresentanza e equilibrio nel Partito Democratico”.

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