Di Leonardo Caponi

Sul Corriere dell'Umbria ho scritto un articolo sul progetto del Comune per Fontivegge (benedetto sostanzialmente anche dal capo del governo Gentiloni che prima di venire a fare passerella avrebbe dovuto informarsi su come vengono spesi i soldi che assegna) progetto del quale ho preso visione dettagliata nella assemblea che è stata fatta alla Piramide di Madonna Alta. Ora, sul Corriere dell'Umbria, per ragioni di spazio, ho dato rilievo alla fasulla partecipazione che si viene profilando (che mira in realtà ad escludere l'intervento democratico e consapevole della gente), con asciutte critiche di contenuto che, in questa sede intendo riaffermare e ampliare. Si lavora su una somma di 36 milioni di euro. Alcuni, pochi progetti, vanno bene, come ristrutturare lo squallido e pericoloso sottopasso tra la stazione e via Sicilia.

Ma, per tutti gli altri:

1) mi pare una pazzia che il Comune, cioè una amministrazione dello stato, debba acquistare (spendendo una parte delle risorse) dalle Fs, cioè una altra amministrazione dello stato, tre immobili (il vecchio magazzino merci e due palazzine) che potrebbero e dovrebbero essere concesse gratuitamente, dal momento che sono inutilizzate e fatiscenti;

2) mi paiono ipotesi sgangherate e irrealistiche quelle di fare di questa palazzine un "museo di arte moderna" (il cui tentativo è già abortito in centro storico) e una "scuola per fumetti", che sono solo nelle intenzioni e nella immaginazione dell'Amministrazione, mancando qualsiasi referente e contatto con qualsivoglia interlocutore interessato e qualsiasi indagine sulla loro fattibilità e possibilità di esistere e funzionare;

3) mi pare strampalata e illusoria l'idea che "chiudendo", cioè tamponandola con pareti, l'area sotto il Broletto, di fronte alla coop (vedrebbe la luce un altro edificio, tra l'altro, per farne che cosa?!) si possano eliminare le presenze malavitose (manco a dirlo di extracomunitari) le quali, tuttalpiù, si sposterebbero soltanto da un'altra parte; 

4) mi pare grave l'assenza di qualsiasi riferimento alla massiccia presenza della comunità di famiglie extracomunitarie che vivono soprattutto al Bellocchio e lavorano regolarmente a Perugia, che fanno del Bellocchio stesso il primo quartiere compiutamente multietnico di Perugia e con la quale occorre costruire luoghi, sedi e occasioni di integrazione e contatto permanente;

5) non mi pare prioritario un progetto di rifacimento, a puro scopo di abbellimento e gradevolezza, della Piazza Vittorio Veneto, cioè la Piazza antistante la stazione (tra l'altro mi pare illusoria l'idea di farne un luogo di socializzazione con panchine e aree di sosta, per chi?!);

6) il problema principale di Fontivegge e Bellocchio, a parte quello di essere, nella parte in direzione antistante l'ingresso della stazione, snodo viario, amministrativo, commerciale e professionale è una risocializzazione basata sull'insediamento abitativo di persone e famiglie che, con termine discutibile, sono definite per bene per cacciare quelle criminali o indesiderate. Questo consiglierebbe, nel rispetto, cosa possibile, dei vincoli di destinazione d'uso dei fondi europei e nazionali concessi, di destinare la mole maggiore delle risorse al recupero degli immobili e delle aree degradate, bloccando nuove costruzioni e tenendo conto che l'offerta commerciale e abitativa attuale è superiore alla richiesta. A questo fine si potrebbe pensare anche a politiche di incentivi e sgravi fiscali e non certo a quella nuova colata di cemento che sta per invadere l'area con i complessi dell'ex tabacchificio (destinato a diventare un nuovo deserto dei tartari per lo spaccio e la prostituzione) e al parco Chico Mendez che sarà pesantemente mutilato.

Spero che qualcuno possa riprendere queste considerazioni, aggiungerne delle altre e aprire una discussione prima di fare o progettare in via definitiva dei nuovi danni alla città.

Ps. A completare l'opera di devastazione ci manca il completamente dello Steccone, progetto che, spero vivamente non veda mai la luce, per ampliare invece il parco verde.

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