PERUGIA - Ancora una volta l’Umbria dei 113 oratori parrocchiali ospita un’importante iniziativa Anspi (Associazione Nazionale San Paolo Italia), lo stage di formazione annuale inerente al progetto “Oratorio 20.20L”, in svolgimento a “Casa Sacro Cuore” di Perugia dal 20 al 23 luglio, che vede la partecipazione di oltre sessanta giovani provenienti da tutta l’Italia tra professionisti della formazione appassionati di oratorio, formatori impegnati nelle realtà locali e alcuni studenti del Corso di perfezionamento in “Progettazione, Gestione e Coordinamento dell’Oratorio”.

Quest’ultimo, si ricorda, è stato avviato dall’Università degli Studi di Perugia e dall’Anspi, fortemente sostenuto in collaborazione con la Conferenza episcopale umbra (Ceu). Interessante è la finalità del progetto “Oratorio 20.20L”, che rientra anche nel menzionato corso universitario perugino di perfezionamento, un progetto formativo che l’Anspi ha attuato a partire dal 2010 per intrecciarsi con il cammino della Chiesa italiana “Educare alla vita buona del Vangelo (2010-2020)”.

Suo obiettivo primario è quello di contribuire a costruire e diffondere un alfabeto educativo comune e una cultura oratoriana oltre che ad arricchire una bibliografia sul tema, una valida occasione di formazione per i formatori, come è emerso dallo stage di Perugia con approfondimento del tema dei linguaggi che fa da sfondo al progetto stesso: teatro, cinema, musica, corpo/danza, fotografia, video, sport, gioco, manualità…, che rappresentano lo stile peculiare con il quale si costruisce la relazione educativa in oratorio. 

All’apertura dei lavori di sabato 22 luglio è intervenuto il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, che ha presieduto la celebrazione eucaristica seguita dagli stagisti Anspi. Il porporato è stato accolto dal presidente nazionale dell’Anspi Giuseppe Dessì, dal suo vice don Pasquale Vasta e dal consulente nazionale per la formazione Mauro Bignami, e salutato con molta cordialità e familiarità in “stile” oratoriano dai partecipanti allo stage. 

Il porporato, nell’omelia, si è soffermato sull’importanza educativa dell’esperienza oratoriana e sulla imprescindibile formazione di quanti operano negli oratori formati periodicamente dall’Anspi.

«Laddove l’Oratorio è una risposta attuale e moderna all’emergenza educativa delle giovani generazioni – ha evidenziato il porporato –, chi ne assume la cura, l’organizzazione e la gestione è chiamato a dare il giusto rilievo alla formazione della fraternità educante e a seguirne con attenzione e discernimento il cammino personale e comunitario».

«Aspetto fondamentale da curare – ha proseguito il cardinale – è la formazione dei formatori. L’oratorio intercetta la profonda umanità di ogni persona: noi sappiamo che saper accogliere e amare l’umanità è prerogativa fondamentale di Gesù. Ne consegue che per servire i più piccoli, accompagnarli, custodirli e seguirli in una relazione educativa positiva e costruttiva è prima di tutto necessario e imprescindibile conoscere Gesù, seguire Gesù, imparare l’Amore da Gesù. Le figure educative in oratorio prima di tutto quindi camminano dietro a Gesù e poi si allenano quotidianamente ad eccellere in umanità, personalità, coerenza, professionalità, affinché il loro agire educativo sia sempre consapevole, intenzionale e competente, e si traduca in un’autentica relazione con i ragazzi e in proposte che siano per questi ultimi occasioni di vita, di crescita, di incontro, tali da permettere di costruire sulla roccia la propria vita orientandola al bene, alla pienezza, al sogno, a Dio. Occorrono formatori forgiati col fuoco dello Spirito, dediti a Dio e ai ragazzi, testimoni e guide di riferimento per i tanti educatori che decidono di fare dell’oratorio la propria missione».

Altra riflessione il cardinale Bassetti l’ha dedicata all'associazionismo: «non ci può essere associazionismo se non al servizio vero della Chiesa, servire la Chiesa senza servirsene è la sfida bella di tutte le realtà associative». Inoltre, da presidente della Cei, Bassetti ha detto: «Non perdete mai di vista l’importanza della comunione con i vostri Vescovi, cercando di rispondere con disponibilità e competenza alle loro indicazioni. C’è bisogno di un nuovo patto tra educatori, formatori e sacerdoti, orientato alla piena consapevolezza dell’importanza del ruolo che ogni figura educativa assume in una Chiesa che, oggi più che mai, deve essere in uscita; un’azione di corresponsabilità educativa e di formazione che richiama il laicato ad essere responsabile e protagonista nell’accompagnare nella crescita umana e spirituale le nuove generazioni. Quella che siamo chiamati a vivere come Chiesa è una grande sfida condivisa e l’Anspi possiede una preziosa eredità da investire».

Su questa «eredità» si è soffermato, al termine della messa, il presidente  Dessì ricordando i primi passi dell’Anspi nata nel 1963, in pieno Concilio Vaticano II, per volontà del beato Paolo VI. «Allora già si parlava di formazione – ha sottolineato – e dei rapporti tra Stato e Chiesa in evoluzione anche nell’ambito educativo. Tant’è vero che all’incontro inaugurale dell’Anspi, il fondatore mons. Battista Belloli disse che “l’educazione integrale della cara gioventù italiana per opera della parrocchie possa avere gli sviluppi che richiede la società moderna e l’istituzione oratoriana possa trovare suo giusto posto nella legislazione ecclesiastica e nelle infrastrutture della vita sociale e civile della nazione”. Oggi ci sono circa 900 oratori e circoli in Italia in cui si stanno svolgendo le attività estive, e l’Anspi è presente con il suo servizio di formazione e con il suo sussidio. Nel ringraziare il cardinale a nome dell’Associazione per la sua presenza, il presidente si è soffermato su tre aspetti dell’esperienza Anspi evidenziati dallo stesso porporato: «comunione, testimonianza e chiamata. Senza di loro – ha commentato Dessì – non si può andare da nessuna parte sia nella vita civile che in quella pastorale di credenti».

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