di Goffredo Adinolfi.

Ebbene no il partito per le libertà (PVV) populista di destra guidato da Geert Wilders non ha vinto le elezioni nei Paesi Bassi. Sì insomma ha guadagnato il 3% e 5 deputati ma non è riuscito a sfondare. Da questo punto di vista tutto bene: il cosiddetto contagio del Brexit e di Trump non è arrivato in Olanda.

Procediamo con ordine. Intanto i Paesi Bassi sono una Monarchia costituzionale, il sistema elettorale, per fortuna, è proporzionale puro. Quindi la logica perdenti/vincitori dovrebbe essere declinata in un modo molto differente rispetto a quei sistemi politici dove reggono logiche maggioritarie, soprattutto in Francia, semipresidenziale, e Stati Uniti, presidenziale.

Secondo punto. I governi all’Aia sono formati da coalizioni. Il consolato del premier Mark Rutte era composto dal Partito per le Libertà e la Democrazia (Volkspartij voor Vrijheid en Democratie, VVD) liberale di centro destra (in Europa siede nei banchi dell’Alde) e dal Labour (Partij van de Arbeid PvdA) social-democratico.

Detto questo possiamo farci un’idea più precisa sul risultato delle elezioni. Rutte, che per i siti delle principali testate italiane, Corriere.it e Repubblica.it è il grande vincitore, ha perso il 5% dei voti e 8 deputati passando dal 26 al 21%. Il PvdA addirittura perde quasi il 20%, 29 depuati e si ferma al 5,7%. Globalmente quindi l’esecutivo uscente esce dalla tornata del 15 marzo fortemente sanzionato.

Crescono i Verdi (GroenLinks GL) + 7% e 10 deputati in più rispetto alla passata legislatura, Democratici 66 (Democraten 66) + 7 deputati, liberali di centro anch’essi, come il VVD membri dell’Alde, e i Democristiani (Christen-Democratisch Appèl – CDA) + 6 deputati.

Un aspetto merita di essere sottolineato. La socialdemocrazia quando si sposta a destra perde. Il PvdA ha subito un processo di pasokizzazione, è stato cioè fortemente ridimensionato così come era successo al suo omologo ellenico. Tanto per dare un riferimento comprensibile ai non avvezzi alla politica orange il falco dei falchi nelle trattative sulla Grecia era il presidente dell’Eurogruppo e ministro delle finanze olandese Jeroen Dijsselbloem, appartenente appunto al PvdA.

Condividi