di Maurizio Ribechini - BlastingNews

Un argomento sempre particolarmente caldo nel dibattito pubblico è quello riguardante i costi della politica e gli stipendi dei parlamentari. E' interessante quindi fare un breve viaggio nei numeri che caratterizzano quanto realmente vanno a guadagnare alla fine del mese i nostri politici, andando a vedere la differenza fra i vari gruppi, provando anche a tracciare una sorta di "media" al fine di capire quali sono i membri dei gruppi parlamentari che guadagnano più o meno degli altri.

Come viene stabilito lo stipendio di un parlamentare?

Prima di addentrarci nei vari gruppi è bene spiegare brevemente come funziona. Lo stipendio medio di un parlamentare è suddiviso in tre distinte parti.

La prima è l'indennità pari a poco più di 5.000 euro, la seconda è la diariapari a circa 3.500 euro (essa può subire una 'decurtazione' in base alle assenze, pari a 200 euro per ogni assenza nei giorni di votazione con procedimento elettronico), la terza parte sono i "rimborsi per le spese di mandato" le quali ammontano a 3.600 euro, di cui però il 50% sono vincolate a spese effettivamente sostenute (ed esempio per l'assunzione di assistenti o per l'affitto di uffici). Quest'ultima parte nella sostanza può tradursi al massimo in 1.800 euro di reddito netto per il Parlamentare. Pertanto, facendo un calcolo complessivo, un parlamentare che non erogasse alcun versamento a favore del proprio partito o di altre "cause" sociali, potrebbe alla fine del mese intascare un massimo di 10.300 euronette.

Il tutto senza contare tutta una serie di rimborsi, che comunque tecnicamente non possono definirsi "stipendi" dato che appunto vengono erogati solo a fronte di spese realmente sostenute e dimostrabili. Va precisato poi che i deputati guadagnano mediamente alcune centinaia di euro in meno rispetto ai senatori, le cui cifre sopra esposte sono leggermente riviste verso l'alto.

Quali sono i parlamentari che guadagnano meno?

Entriamo ora nel dettaglio dei vari partiti e vediamo quali "autoriduzioni" degli stipendi vengono attuate dai vari gruppi parlamentari, precisando ovviamente che le cifre riportate sono delle medie, che pertanto possono comprendere dati individuali più alti o più bassi. Iniziando dal Partito Democratico, vediamo che il principale gruppo parlamentare richiede un contributo a ciascun rappresentante circa 1.500 euro al mese. La Lega Nord chiede un contributo a ciascun proprio parlamentare pari a poco più di 2.000 euro. Decisamente più bassa è la quota richiesta a ogni singolo esponente di Forza Italia, che in media versa 800 euro mensili, a cui però andrebbe aggiunto il contributo fisso chiesto a inizio legislatura, come rimborso della campagna elettorale, pari a 25.000 euro una tantum.

Il Movimento 5 Stelle che da sempre ha fra i propri principali punti programmatici quello della riduzione dei costi della politica, prevede un principio basato sul fatto che ogni parlamentare deve "restituire" tutto quello che non spende per la propria attività parlamentare, andando di fatto a rendiconto. Facendo un calcolo, peraltro non semplice e non breve, grazie alla pagina "Tirendiconto" sul sito Beppegrillo.it, è possibile desumere che la media storica (quindi con alti e bassi, che in alcuni casi si discostano parecchio fra loro) di quanto versato dai parlamentari pentastellati si assesta circa sui 2.500 euro mensili. La somma di tutte queste restituzioni va a finire in un fondo di garanzia per il microcredito per le piccole imprese gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico ed erogato attraverso degli intermediari finanziari neutrali. Ma il gruppo politico che risulta essere più "morigerato" sotto l'aspetto dei soldi non trattenuti dal singolo parlamentare è #sinistra Italiana, la quale si è data un regolamento che prevede il versamento del 70% dell'indennità al partito da parte di ciascun deputato e senatore: una cifra che quindi si aggira sui 3.500 euro mensili.

All'atto pratico, partendo da un massimo teorico di 10.300 euro mensili (emersi dal calcolo fatto nel paragrafo precedente) limitandoci a un banale calcolo di sottrazione delle cifre appena esposte è possibile stilare una specie di "classifica" dei parlamentari più "poveri". Scopriamo quindi che quelli di Sinistra Italiana percepiscono in media 6.800 euro nette mensili, quelli del Movimento 5 Stelle poco meno di 7.800 euro, quelli della Lega Nord circa 8.200 euro, quelli del PD circa 8.800 euro e quelli di Forza Italia circa 9.500 euro mensili. Il tutto senza contare altri possibili versamenti volontari che i singoli deputati e senatori possono effettuare verso le sedi territoriali del rispettivo partito. Anche i nuovi gruppi formatisi in seguito nel corso della Legislatura hanno alcune forme di "autotassazione"; ci risulta ad esempio che i fuoriusciti dal Partito Democratico, che hanno recentemente formato Articolo 1 - MDP, versino al nuovo movimento una cifra piuttosto simile a quanto destinavano in precedenza al PD.

Avendo notato la curiosità che i rappresentanti di Sinistra Italiana sono quelli che guadagnano meno in assoluto, Blasting News ha contattato in esclusiva il tesoriere nazionale del partito, on. Giovanni Paglia, il quale ci ha precisato che già fin dall'inizio della Legislatura i deputati e i senatori eletti con SEL hanno sempre versato il 70% della propria indennità di carica al partito: una regola che si è poi estesa anche a Sinistra Italiana, nata ufficialmente come partito nel febbraio scorso. Vi è però da poche settimane una novità riguardante il partito guidato da Nicola Fratoianni: è infatti stato deciso che una parte delle cifre accantonate grazie ai versamenti dei parlamentari avranno una destinazione sociale. Vediamo meglio di cosa si tratta.

'Forza', il nuovo progetto per il mutualismo finanziato dagli stipendi dei parlamentari di Sinistra Italiana

Il nuovo progetto "Forza!" lanciato a partire da questo mese di maggio da parte di Sinistra Italiana mira a sostenere l'attivazione e il potenziamento delle iniziative territoriali ispirate ai principi di trasparenza, partecipazione e innovazione. Gli ambiti di intervento ammessi a sono: l'innovazione sociale ed economia ecosostenibile e della condivisione, le pratiche di mutualismo rivolte a soggetti socialmente fragili, infine la promozione del volontariato e di nuove pratiche sociali delle giovani generazioni. Il fondo a sostegno al bando, per l'anno 2017, èpari a 100.000 euro provenienti da risorse erogate a tal fine dai deputati e senatori aderenti ai gruppi di Sinistra Italiana. Il bando si articola in due diversi percorsi. Il primo è rivolto ai progetti promossi da associazioni, comitati, gruppi informali e gruppi di attivisti o circoli territoriali di Sinistra Italiana; esso ha una dotazione di 60.000 euro e mira a sostenere un numero fra 20 e 60 progetti per un contributo a fondo perduto erogabile compreso fra 1.000 e 3.000 euro.Il secondo è rivolto a cooperative, associazioni e imprese no profit per progetti di innovazione e inclusione lavorativa orientati al sociale. Tale fondo ha una dotazione finanziaria di 40.000 euro per sostenere fra 2 e 4 progetto per un contributo a fondo perduto compreso fra le 10.000 e le 20.000 euro a progetto. Le domande possono essere presentate fino al 30 luglio, poi si aprirà una fase di valutazione dei vari progetti che porterà alla graduatoria definitiva per i primi di ottobre, a seguire i progetti saranno resi operativi e avranno fra i 4 e 12 mesi per essere portati a compimento.Maggiori dettagli sono reperibili sul sito http://forza.sinistraitaliana.si

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