PERUGIA - "Il radicale cambiamento del profilo della povertà, articolato oggi in tantissime forme di povertà materiale e immateriale, ha profondamente cambiato in pochissimi anni la comunità umbra": lo ha detto il presidente della Regione Umbria,  Fabio Paparelli,  intervenendo alla presentazione del sesto Rapporto sulle povertà in Umbria realizzato dall'Agenzia Umbria Ricerche in collaborazione con l'Osservatorio sulle Povertà  della Regione.

 "In particolare  - ha aggiunto Paparelli riferendosi ai contenuti del Rapporto –  dilaga  la povertà dei giovani e dei bambini  e la  povertà educativa è il risultato e l'innesco di privazioni che travolgono le famiglie e minano il potenziale di sviluppo innovativo di una comunità sociale ed economica. In questo ambito gli interventi realizzati con la programmazione comunitaria 2014 – 2020, pensati con lungimiranza e strategicamente progettati su quella che purtroppo è la tendenza del nostro Paese e non solo dell'Umbria, offrono un importante supporto economico e di spinta all'innovazione dei servizi educativi. Contrastare le privazioni che sottendono alle povertà educative obbliga inoltre – secondo il presidente - ad intervenire nei luoghi dall'abitare per garantire,  attraverso  interventi di rigenerazione urbana,  il godimento della vita relazionale e aggregativa".  

Tra le altre scelte compiute nell'ambito della programmazione comunitaria, "quale vero e proprio investimento sul futuro e nuovo modo di agire", Paparelli ha  citato la Scuola di innovazione sociale che "coinvolgendo in attività di collaborazione operatori pubblici e del privato sociale ed i  cittadini ha tra gli obiettivi la co progettazione dei servizi a partire dagli uffici della cittadinanza che si caratterizzano come prima interfaccia della condizione di povertà e punto di osservazione del cambiamento sociale".  

Il presidente si è poi soffermato su altri due aspetti legati al Rapporto: il lavoro e il sistema di collaborazione tra pubblico e privato come unica possibilità di attuare politiche efficaci.

Affrontando la questione  lavoro,  Paparelli ha ricordato gli interventi realizzati in di questi anni con misure di accompagnamento al lavoro, di promozione dell'alternanza scuola lavoro di re inserimento al lavoro e di inclusione lavorativa ed ha ribadito l'importanza di "politiche espansive per le famiglie e non meramente assistenziali".  Rispetto alla multidimensionalita' delle povertà, il presidente ha sottolineato la necessità di "coinvolgimento di tutti i soggetti impegnati a contrastare la povertà, dal volontariato al terzo settore, all'associazionismo laico e cattolico, trasformando l'attuale rete ‘naturale' in un sistema di collaborazione pubblico privato e di co progettazione dei servizi  per  rispondere velocemente ai bisogni".

Tra le criticità da superare Paparelli ha evidenziato le difficoltà dei Comuni nella fase di avvio della gestione informatizzata del SISO. "Avere a disposizione informazioni sugli accessi ai servizi  di base e lo scambio di informazioni fra i servizi rappresenta un fattore essenziale della programmazione amministrativa. Da qui l'impegno della Regione  a sostenere  le amministrazioni per ultimare il  processo di transizione".

Relativamente al Piano regionale per il contrasto alle povertà, adottato lo scorso anno e che conta su risorse per 55 mln di euro, il presidente ha evidenziato che il provvedimento "richiederà un importante impegno amministrativo dei Comuni e le Zone Sociali per l'attuazione delle azioni previste. Occorre essere efficienti,  fare squadra – ha concluso, implementando la collaborazione con il Terzo settore".

 

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