Può un'opera strategica come il nuovo ospedale di Terni essere la risultante di una proposta di privati che stabiliscono collocazione, caratteristiche, fabbisogni sanitari? Ma soprattutto è possibile che i cittadini, la società civile nelle sue varie articolazioni e tutti i titolari di diritti debbano subire le scelte di una contrattazione privata senza partecipare in alcun modo al dibattito? E' la domanda che si pone Thomas De Luca, consigliere di opposizione dei M5S in Regione.

L'azienda ospedaliera di Terni ha opposto un secco rifiuto alla nostra richiesta di accesso agli atti per visionare i progetti e la documentazione inerente la realizzazione del nuovo ospedale. Un'iniziativa legittima in quanto non riteniamo plausibile che la cittadinanza non sia messa a conoscenza dei più elementari aspetti del progetto. Ad esempio, ad oggi non è neanche chiara la precisa ubicazione dell'opera. 
La motivazione con cui è stato spiegato il rifiuto alla nostra richiesta è l'impossibilità, a detta dell'azienda ospedaliera di Terni, a concedere l'accesso a documenti che potrebbero essere usati a corredo della documentazione di gara. Eppure questo progetto è stato presentato in maniera abbastanza dettagliata alla governatrice Donatelli Tesei, all'assessore regionale Luca Coletto e al sindaco di Terni, Leonardo Latini, i quali hanno rilanciato con toni entusiasti questa proposta da parte di un privato nonostante ci siano aspetti complessi e tutti da valutare considerando l'intero dispositivo dell'art. 183 del codice degli appalti che riguarda la 'finanza di progetto'. 

Sembra proprio che siamo di fronte alla totale abdicazione da parte di politica e istituzioni di fronte a interessi privati. Si tratta di uno dei più importanti investimenti previsti per l'Umbria, una cifra destinata a superare abbondantemente gli oltre 240 milioni di euro di spese annunciate. E la Regione dovrà molto presto esprimersi sull'interesse pubblico dell'opera. In caso di esito positivo, il progetto sarà fatto proprio e inserito negli atti programmatori per poi essere messo a bando. Ci chiediamo se sia giusto in questa fase mettere a tacere ogni tentativo di trasparenza volta a creare un dibattito intorno a quella che dovrebbe essere un'opera strategica per la salute dei cittadini. Una scelta discriminatoria che vede il partito che governa la Regione togliere ogni possibilità di confronto con i cittadini e le loro varie rappresentanze. Abbiamo il diritto di sapere ed esercitare il ruolo di vigilanza e controllo. Non possiamo soltanto attendere e subire passivamente gli eventi.

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