PERUGIA - Un altro passo per lo sviluppo della coltivazione della nocciola in Umbria è stato fatto nei giorni scorsi con la costituzione del Coordinamento tecnico di Confagricoltura Umbria, un primo nucleo di esperti, provenienti anche dalla ricerca universitaria, con il compito di favorire la crescita della corilicoltura regionale.

Il gruppo tecnico è composto attualmente da Alessandro Monacelli, agronomo e dirigente Confagricoltura Umbria, da Mauro Brunetti per la Fondazione per l’Istruzione Agraria, Alessandro Ortenzi in rappresentanza di Proagri, dallaprofessoressa Daniela Farinelli dell’Università degli Studi di Perugia, dai tecnici di Confagricoltura Umbria Laura Zacchi, Gianfrancesco Petroni, Roberto Macchioni e dal Direttore dell’associazione regionale Cristiano Casagrande. 

Il gruppo è comunque aperto a nuove figure che intendano contribuire all’obiettivo di promuovere e realizzare la filiera della nocciola umbra.

Tra i primi obiettivi concreti che il coordinamento stesso si è dato vi è l’organizzazione di iniziative informative ulteriori rispetto a quelle già organizzate nei mesi scorsi, nonché di giornate formative specifiche, dedicate ad agricoltori, addetti e tecnici.

E’ fondamentale, infatti, la diffusione della conoscenza agronomica della coltivazione del nocciolo con particolare riferimento alle caratteristiche che essa richiede, sia su base ambientale (microclima, pedologia e caratteristiche chimiche del terreno, disponibilità di acqua..) sia vivaistica (scelta varietale e metodo di propagazione, certezza varietale, certezza sanità del materiale), le tipologie di impianto e le tecniche colturali. Il coordinamento intende promuovere anche la formazione di tecnici in grado di fornire assistenza alle aziende e la costituzione di adeguati rapporti di filiera attraverso le Organizzazioni di produttori.

Un’altra delle azioni da mettere in campo sarà anche quella di censire gli impianti finora realizzati e di effettuare una mappatura dei suoli che abbiano le caratteristiche idonee per la corilicoltura, arrivando ad una vera e propria Carta di vocazionalità.

Nella consapevolezza di alcune difficoltà che il settore si troverà ad affrontare, il coordinamento tecnico ha, inoltre, prospettato alcune ipotesi di lavoro da porre sui tavoli istituzionali, quali, ad esempio, la redazione di una norma che, come per le tartufaie, permetta di recintare le aree coltivate a nocciolo, per difenderle dai cinghiali, la possibilità di utilizzare il PSR per gli impianti di irrigazione da qualunque fonte idrica, al fine di soddisfare le esigenze idriche della coltivazione e, infine, rivedere la politica e le norme irrigue per consentire la facile realizzazione di nuovi invasi aziendali o consortili.

“La limitata conoscenza coltura della nocciola nelle competenze dell’agricoltura regionale -ha spiegato Fabio Rossi, Presidente di Confagricoltura Umbria- ha spinto Confagricoltura Umbria a dare vita al coordinamento tecnico per dare concretezza agli obiettivi di sviluppo che ci siamo posti in questo ambito. Del resto, l’agricoltura in Umbria ha estrema necessità di recuperare reddito non solo con le produzioni tradizionali, ma anche introducendo nuove produzioni, talvolta partendo da specie autoctone ma non valorizzate con adeguati processi produttivi e filiere organizzate.”

Le prime esperienze di coltivazione del nocciolo in Umbria sono partite da qualche anno, sulla spinta di una domanda internazionale crescente e di una produzione italiana deficitaria sia sul piano del consumo interno che delle esportazioni.

Da subito, la nuova coltura ha suscitato l’interesse del mondo dolciario, come dimostra il Progetto Nocciola Italia di Ferrero, con cui è stato siglato un accordo pluriennale di impegno all’acquisto delle produzioni nel lungo periodo.

Della coltivazione del nocciolo in Umbria e, quindi, del ruolo del Coordinamento tecnico si parlerà anche sabato prossimo 3 novembre, a Bevagna, nell’ambito della settima edizione della Festa della Nocciola, con un incontro, previsto per le ore 10,30, al quale parteciperanno l’agronomo Alessandro Monacelli e la professoressa Daniela Farinelli.

Condividi