TERNI - La questione del dissesto economico del comune di Terni non può essere risolta privatizzando di fatto l'Asm. L'ingresso di Acea nel 49% del capitale Asm permetterebbe alla multinazionale di proprietà del comune di Roma l'amministrazione della municipalizzata ternana, che si tradurrebbe nella completa gestione del ciclo dei rifiuti nella nostra provincia. Inoltre, tramite la controllata Severn Trent Italia e con in mano Asm, Acea avrebbe il controllo dell’acqua e della gestione idrica in capo alla Sii. Per noi questo è inaccettabile!

Anziché individuare una strategia che permetta la gestione corretta dei rifiuti e la chiusura dell’intero ciclo sulla base della raccolta differenziata spinta, si corre il pericolo che con Acea si incentivi il classico incenerimento e il conferimento in discarica (Le Crete, sempre di proprietà Acea). Oltretutto, invece di ottemperare all’esito del referendum del 2011 che ha sancito l’obbligatorietà della gestione pubblica dei beni comuni, con la Sii controllata da Acea - in cui si ridimensionerebbe notevolmente anche il ruolo dei Comuni - si andrebbe verso il completamento della privatizzazione anche del bene primario per eccellenza.

Sotto gli occhi di tutti è il fallimento delle politiche di svendita o della gestione privatistica dei settori strategici e delle aziende comunali, che operano con la logica tipica della produzione capitalistica: ristrutturazioni, terziarizzazioni, speculazione, solo in funzione dei profitti. Per questo bisogna rilanciare la strategicità del controllo pubblico e popolare delle municipalizzate e della gestione pubblica dei beni comuni, che sappia togliere tali profitti ai privati ed uscire dalla logica speculativa delle grandi aziende a gestione mista, che fanno solo gli interessi dei grandi gruppi del settore.

Un controllo pubblico che reinvesta gli utili in una gestione corretta dei rifiuti e nell’ammodernamento della rete idrica esistente, al contrario delle opere in fase di realizzo che mettono seriamente in discussione la sopravvivenza biologica del fiume Nera (acquedotto Terria-Pentima). Una gestione pubblica che sappia uscire anche dalla logica della compressione dei diritti dei lavoratori e delle condizioni lavorative, reinternalizzando i servizi, stabilizzando i precari e assumendo i vincitori del concorso di due anni fa. Il pubblico per la popolazione, dal popolo per il popolo.

Per questo l’amministrazione comunale ternana deve seguire l’esempio di una città italiana come Napoli, costituendo anche da noi un audit pubblico e popolare per il debito che, di concerto con gli organismi consiliari, sappia scindere la parte di debito da pagare da quella di derivazione finanziario-speculativa da rigettare completamente; Potere al Popolo si batte per la partecipazione diretta e per la disobbedienza popolare sul debito, contro l’art. 81 in Costituzione. Per noi il Comune di Terni, anziché essere un esecutore automatico dei tagli previsti dai commissari delegati, deve diventare un luogo di contrasto e di rottura ai vincoli imposti dal pareggio di bilancio e dal patto di stabilità.

La politica che si erge a difesa degli interessi delle masse popolari per poi prendere come pretesto i debiti per poter svendere i servizi pubblici, è la massima espressione dell’asservimento alla logica liberista e alla classe borghese, in piena continuità con i precedenti governi a targa Pd. Rilanciamo pertanto il concetto strategico del possesso pubblico delle produzioni e dei servizi, partendo dall’Ast ed arrivando all’Asm, perché questa comunità martoriata abbia finalmente ciò che merita: una fabbrica che produce, che crea lavoro e non inquina, un’azienda pubblica che gestisce correttamente il ciclo dei rifiuti e l’acqua.

Potere al Popolo Terni

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