Ministra Fedeli lei non è la benvenuta in Alta Valle del Tevere.
Per noi lei è la ministra della “buona Sola” non della istruzione, dell’università e della ricerca.
La nostra è una vallata operosa e ingegnosa che non ha alcun bisogno delle strampalate e fallimentari azioni riformatrici del governo e delle promesse del pinocchio di Rignano.
A pochi km da questa vallata, alla festa del Pd di Castiglion del Lago, Matteo Renzi ha sottolineato come il suo governo abbia investito cifre mirabolanti sull’istruzione, più di 7,8 miliardi di euro. Purtroppo è vero anche se nessuno ha capito dove sia finito questo fiume di euro.
Il quadro della scuola resta sconfortante. Mancano insegnanti di sostegno, dimostrazione della ineffi-cacia e della “buona scuola” che, di fatto, indebolisce il carattere inclusivo e aperto che dovrebbe es-sere preminente nella scuola della repubblica.
Puntuale si è ripresentato il problema delle carenze o della cattiva distribuzione dei docenti.
A tre anni dal varo della “buona scuola” ancora classi di concorso esaurite, cattedre scoperte, supplenti nominati e poi scavalcati, pletora di ricorsi. Precari sempre più precari, forti dubbi sul reclutamento.
Problemi altrettanto forti per il personale Ata la cui restrizione ha colpito sia i collaboratori scolastici che il personale d’ufficio mentre aumentano le incombenze richieste alle scuole in mille ambiti differenziati.
Anche a livello dirigenziale si moltiplicano i casi di “reggenza”di presidi costretti a dirigere due istituti anche di tipologie diverse o a km di distanza.
Anche sul piano della sicurezza nessun passo in avanti anche se la maggior parte degli edifici scolastici presenta problemi non trascurabili dal punto di vista antisismico.
Signora ministra Fedeli, noi sappiamo bene che la sua conoscenza del mondo della scuola è alquanto limitata per scarsa frequentazione. E si vede bene. Ma l’alternanza scuola-lavoro disciplinata dalla legge 107, quella della “Buona scuola” rappresenta un vergogna infinita, un atto immorale e incostituzionale. Mandare i giovani a lavorare gratis da McDonald o nelle biblioteche o negli uffici pubblici o nelle fab-briche è prima di tutto una operazione neo liberista. Siamo alle forche caudine del lavoro per i giovani. Il messaggio non è scritto ma è chiaro: se vuoi entrare nel mondo del lavoro devi pagare il noviziato e lavorare gratis. Sono 200 ore per uno studente liceale e 400 ore per uno studente degli istituti tecnici o professionali. Anche usando la sua cultura del lavoro improbabile ministra, immaginando di pagare questi studenti con la più infame delle retribuzioni, con quei voucher tanto amati dal governo Renzi sarebbero da un minimo di 1500  ad un massimo di 3000 euro a testa. Questo è il furto che avete varato nei confronti dei giovani e della loro dignità. Abituare i giovani a lavorare gratis significa addestrarli ad un apprendistato di sfruttamento, significa inculcargli il concetto che quando entreranno nel mondo del lavoro non dovranno fare storie, non dovranno accampare diritti, contratti leggi, sindacati.
Alternanza Scuola–lavoro non rappresenta un momento di formazione ma di sfruttamento e diseduca-zione.
Questa vallata, improbabile Ministra, ha nel suo patrimonio collettivo una immensa cultura del lavoro e una lunga storia di difesa dei diritti dei lavoratori. Anche questa volta sapremo resistere.
Come dice il vecchio carrozziere che si ribella alla multinazionale nel film “A l’attaque” del francese Robert Guideguian.”Se non combatti non vinci. Ma soprattutto ti rompi le palle”.
Noi vogliamo studiare, lavorare, divertirci e combattere per ottenere i nostri diritti.

Sinistra Italiana, Art.1 Mdp, Castello Cambia, Consenso di Città di Castello

 

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