PERUGIA - Confcommercio Umbria si dicemolto soddisfatta per la decisione del sindaco di Perugia Romizi di rivedere l’ordinanza che aveva imposto ai pubblici esercizi la chiusura alle 21:00 in seguito agli assembramenti e agli episodi di violenza che si erano verificati la scorsa settimana in centro storico, fissandola a mezzanotte. Una revisione che nasce da un confronto approfondito e dal lavoro congiunto della Prefettura, che ha convocato per ben due volte nel lasso di pochi giorni il Comitato per l’Ordine e la Sicurezza, della Questura, di Carabinieri, Guarda di Finanza, Vigili del Fuoco, Polizia locale e ovviamente del Comune.

“Abbiamo spinto fortemente per arrivare prima possibile alla revisione delle misure restrittive  – dichiara il presidente di Confcommercio Umbria Giorgio Mencaroni -  rappresentando la preoccupazione di imprese che sono già in emergenza e non potevano sopportare ulteriori limiti all’esercizio dell’attività. Istituzioni e Forze dell’Ordine hanno accolto il nostro invito e deciso di scegliere una “linea fiduciaria”. Una linea che i comportamenti di tutti devono ora mostrare di meritare. Quindi il provvedimento del Comune non va inteso come un allentamento delle regole, ma tutto il contrario. Rinnoviamo dunque l’appello, già rivolto nei giorni scorsi, al senso di responsabilità e alla correttezza, sia degli imprenditori che degli avventori, in particolare giovani. Non rispettare il distanziamento, non osservare l’uso della mascherina, creare assembramenti non significa solo andare contro le regole, ma anche contro il buonsenso: abbiamo faticato per ottenere la riapertura fino alle 24, è impegno e dovere di tutti dimostrare quel senso di responsabilità e civiltà che ci consentirà di mantenerla nel tempo e di tornare prima possibile alla piena normalità. Le misure di prevenzione/informazione che in Comune ha deciso di mettere in campo, anche grazie alla collaborazione della Protezione Civile e delle Forze dell’Ordine, sono comunque  massicce e  saranno un ottimo aiuto per l’adozione di comportamenti corretti: ma al di là del deterrente costituito dai controlli e dal rischio di sanzioni, siamo tutti chiamati a fare la nostra parte e a ri-vivere il centro in modo sano, corretto, consapevole, senza assembramenti, senza abusi, senza violenza. Ne va dell’immagine di Perugia e di tutte le città umbre che sono alle prese con lo stesso problema. La prima rassicurazione che dobbiamo dare agli italiani per indurli a  venire in Umbria - appena sarà consentita la mobilità tra regioni – è quella di offrire città tranquille e sicure. Tornare nuovamente indietro sarebbe una sconfitta pesante per tutti, che non ci possiamo permettere”.

 

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