Esprimiamo il nostro apprezzamento per la convocazione della Direzione Regionale del PD dell'Umbria. Finalmente, viene da dire. Dopo 4 mesi dall'ultima riunione, e dopo la conferma della sconfitta del 4 marzo data dagli esiti delle amministrative di giugno, è davvero il minimo che si possa fare. E' comunque un segno positivo. Il compito è arduo e la speranza è che la Direzione ponga fine a un dibattito improprio ed autoreferenziale sui giornali ed assuma decisioni serie e immediatamente operative. 

C'è innanzitutto da mettere in fase il Pd Umbro con l'indirizzo nazionale. Dall'Assemblea del 7 luglio il PD ha intrapreso una strada chiara, eleggendo Martina Segretario Nazionale col compito di svolgere "un lavoro di ripensamento e rilancio" del partito, una nuova stagione di mobilitazione delle grandi energie democratiche presenti nella società, di "ricostruzione" del campo del centrosinistra, coinvolgendo le diverse energie presenti, persone con esperienze, percorsi, sensibilità diverse, o il partito, fin dall'impegno nella nuova segretaria nazionale composita e inclusiva. Prima del congresso di gennaio si è deciso di avviare una fase di ridefinizione di valori e di senso istituendo una Commissione sul rinnovamento del progetto del PD e convocando in ottobre a Milano il "Forum nazionale Italia" per compierne gli esiti. Discontinuità dunque si è decisa a livello nazioanle, nei modi, nei metodi e con la ricerca di nuovi contenuti. E in Umbria? L'appuntamento di ottobre a Milano è per tutti e dovrà vedere il PD Umbro capace di sviluppare una sua riflessione sull'Umbria, cruciale per affrontare le questioni sul piano locale e per portare un contributo autonomo e costruttivo al quadro nazionale. 

Senza ciò, il tempo perso in questi 4 mesi rischia di segnare come irreversibile la grave crisi del PD Umbro. E' indispensabile capire fino in fondo perchè il PD ha perso tanto consenso in Umbria. E' fondamentale per qualsiasi ragionamento futuro, soprattutto in vista delle amministrative del 2019 e delle elezioni del Parlamento Europeo. 

Una destra inusuale impregna il governo M5S-Lega. I risultati della Lega in Umbria alle politiche e ai ballottaggi parlano chiaro. Valori perfino antidemocratici possono radicarsi fino a distruggere quella reputazione e quei fondamenti della nostra Repubblica che il Presidente Mattarella ha severamente richiamato a difendere nel saluto al Parlamento cosiddetto della "cerimonia del ventaglio". Il Pd a tutti i livelli, da un Regione come l'Umbria con la sua tradizione democratica, popolare, intellettuale, di progresso e di emancipazione ha una responsabilità primaria.

Le trapelate difficoltà formali di convocazione dell'Assemblea Regionale del PD, rischiano di diventare un alibi a favore di chi, irresponsabilmente, preferisce lo status quo per andare direttamente a primarie di congresso in autunno. Sarebbe una conta interna, con percentuali svuotate di votanti, che niente può dare all'Umbria e alla risoluzione dei problemi che attanagliano quotidianamente chi vi abita. Sarebbe una conta a suon di tessere che, giustamente, non parlerebbe a chi ci ha abbandonato o non ci ha mai votato, che chiede non di fare la fila ai gazebo ma cosa e in che modo si decide del loro futuro. Prima ci vogliono gli indirizzi e i contenuti. Poi va scelto chi meglio e con quali accenti, può portarli avanti, con spirito di servizio.

Dobbiamo anche in Umbria "resettare" molte cose. Guardando alla sostanza, curando la coerenza con i valori della sinistra, del centrosinistra, di progresso nel mondo che cambia e che è sempre più ingiusto verso chi ha meno, verso chi vorrebbe lavorare, chi studia, intraprende, crea, nel lavoro come nell'impresa, nell'arte come nella scienza , nelle tecnologie o a livello sociale e culturale. 

Non servono giovanilismi che riducono i "meriti" all'età anagrafica. Non è accettabile che nel PD si continui a confondere la "meritocrazia" con i pacchetti delle tessere. 

Non esistono dei prescelti. La politica serve a far progredire una collettività in nome dell'uguaglianza fattiva di diritti, per potersi costruire una vita dignitosa. Non a assicurare carriere.

Per questo il Pd Umbro deve aprirsi al confronto con la società , ad una analisi approfondita seppur in tempi brevi  delle ragioni per cui ha perso consenso e aderenza alla società umbra che avrebbe dovuto rappresentare. Va ridefinito un progetto locale e regionale aderente alla realtà nuova, che faccia rivivere i valori della sinistra, del centrosinistra, fondato su un consenso democratico, trasparente, partecipato. Un progetto che costruisca un partito radicato nel territorio e nel quotidiano, capace di svolgere una funzione sociale (non schiacciato sugli amministratori).  Un progetto che faccia vivere una alleanza sociale e politica larga su questi connotati anche in vista delle prossime amministrative del 2019.

Ecco perchè la Direzione di domani (lunedi) dovrà dare un segno innanzitutto di  discontinuità, di autonomia dalle dinamiche istituzionali e correntizie. Questo chiederemo in quella sede

Si convochi dunque l'Assemblea Regionale con appuntamenti serrati, date certe, per approfondire le ragioni della sconfitta e la situazione umbra, per riconnettersi con la realtà, per aprire anche a livello umbro una fase costituente, assumere decisioni. Bisognerà prendere atto delle dimissioni del segretario, individuare un assetto di transizione, con un segretario o segretaria che gestisca e guidi questa fase "ridefinitoria" del Pd, che sappia coinvolgere in  modo inclusivo e aperto non solo le diverse espressioni ed esperienze rimaste, ma anche quelle espressioni della sinistra politiche e civiche che sono fuori, nel campo aperto delle varie realtà umbre. Senza uno scatto così difficilmente quella crisi potrà non essere irreversibile.

Coordinamento regionale 

dell'Associazione Sinistradem Campo Aperto Umbria

Condividi