di Giulio Cavalli

Colei che si è fatta eleggere raccontando l'egoismo come un diritto in nome del patriottismo ora va a frignare per mancanza di collettività in Europa.

È accaduto questo: Zelensky, Macron e Scholz si sono incontrati in un vertice di cui Giorgia Meloni non era stata nemmeno avvista. Non solo non è stata invitata alla cena – uno può dire vabbè, mangio a casa – ma non è stata nemmeno presa in considerazione per l’incontro.

«Francamente mi è sembrato inopportuno, perché credo che la nostra forza in questa vicenda sia l’unità e la compattezza», ha detto Giorgia Meloni arrivando a Bruxelles. Ammettiamolo, fa molto ridere che l’ex regina del sovranismo ora catechizzi i Paesi che fino a ieri odiava (Germania e Francia in primis) sull’unità europea. Quell’Europa che lei prometteva di disarticolare. Macron l’ha stesa: «Non ho commenti da fare», si è limitato a dire. «Ho voluto ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz, nel contesto del nostro ruolo. La Germania e la Francia hanno un ruolo particolare da otto anni su questa questione perché abbiamo anche condotto insieme questo processo». E, ha aggiunto: «Penso che stia anche a Zelensky scegliere il formato che vuole» per i colloqui diplomatici.

Ma c’è anche un altro aspetto interessante: Giorgia Meloni ora chiede in Europa meno “egoismo” poiché le sue posizioni (soprattutto sull’immigrazione) sono in netta minoranza. Avete capito bene: colei che si è fatta eleggere raccontando l’egoismo come un diritto in nome del patriottismo ora va a frignare per mancanza di collettività. Sembrerebbe una barzelletta se non fosse la giravolta dell’ennesima presidente del Consiglio che ama per il potere per il potere, fregandosene delle promesse fatte ai propri elettori.

Qui veniamo al punto. Questa destra – una delle peggiori destre di sempre – dimostra di essere interessata al mantenimento delle sue posizioni di rendita. Non è una novità, l’hanno fatto finora più o meno tutti. Solo che Giorgia Meloni non ha nemmeno aspettato di essere sull’orlo di una crisi di governo (o di partito). Ha deciso di indossare subito gli abiti della conservatrice di sé stessa pretendendo che tutti dimenticassero le parole pronunciate un minuto prima di diventare presidente.

Il suo peso politico si misura dal contesto. In Italia ha una schiera di compagni di governo che furiosamente commentano il Festival di Sanremo e in Europa si ritrova a fare l’imbucata.

Fonte: Left

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