Così Massimo D'Alema in un recente articolo: "Occorre riconoscere che il progetto del Pd è fallito. Non perché ne sono state tradite o disattese le ambiziose premesse; ma, al contrario, proprio perché i fondamenti culturali di questo progetto e l’analisi della società italiana cui esso alludeva si sono rivelati fragili e inadeguati. È anche vero che ogni tentativo di costruire fuori dal Partito Democratico una prospettiva politica alternativa e convincente ha prodotto esiti scarsamente con­sistenti e sostanzialmente minoritari. Il campo progressista in Italia si presenta oggi come un insieme frantumato intorno a una forza mag­giore, la quale non solo non potrebbe ragionevolmente proporsi con una ambizione maggioritaria, ma non appare neppure in grado di organizzare e di dare espressione a quel 30% della società italiana che si è sempre riconosciuto nella sinistra. Nello stesso tempo la crisi ha spinto l’Italia e tutta l’Europa in una direzione molto diversa rispetto a quella americanizzazione della politica che era stata immaginata dieci anni fa. I sistemi politici sono più che mai frantumati, i conflitti si sono radicalizzati, tornano in campo prepotentemente le ideolo­gie, soprattutto a destra. In un momento di così drammatica crisi e di smarrimento una forza politica che non abbia una visione del futuro, che non sappia rappre­sentare un modello di società, che non recuperi cioè una propria ideologia finisce per avere un rapporto superficiale e fragile con il paese e con i cittadini"

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