TERNI - «Mi batterò fermamente contro ogni ipotesi di privatizzazione della sanità regionale e per la realizzazione dell'ospedale unico di Narni-Amelia, un investimento irrinunciabile per il territorio». Lo dichiara Maria Elisabetta Mascio, candidata di centrosinistra alle elezioni suppletive al collegio Umbria 2 del Senato che si terranno il prossimo 8 marzo. 'Nell'Umbria della Lega, cento giorni dopo il voto delle regionali, comandano già i veneti'. Questo si legge oggi sui 
quotidiani nazionali, a proposito della scelta della giunta regionale a trazione leghista, di affidare agli uomini di fiducia di Matteo Salvini un settore strategico come quello della sanità, che con 2 miliardi di soldi pubblici da gestire, tra Asl e ospedali, assorbe il 79% del bilancio regionale: assessore, direttore generale e capo della segreteria provengono tutti dal Veneto.

«Il leader della Lega in campagna elettorale - prosegue la Mascio - proclamava 'In Umbria comanderanno gli umbri' mentre invece questa scelta nasconde una volontà e un disegno ben precisi, come dichiarato dalla presidente Tesei nelle linee guida del suo programma quando parla chiaramente di 'potenziare il tasso di coinvolgimento del privato che in Umbria è pari a meno di un terzo di quello della Lombardia'. Stiamo già assistendo, purtroppo, a fenomeni di smantellamento dei servizi nel territorio ternano, come l'accorpamento del reparto di Diabetologia e Endocrinologia nell'azienda ospedaliera Santa Maria di Terni. 
Rimandare e rimettere in discussione l'ospedale unico di Narni-Amelia significa privare il territorio di una struttura necessaria ad integrare i servizi con il Santa Maria di Terni al quale va garantita la funzione di alta specialità, alleviando l'enorme mole di lavoro sulle funzioni di bassa e media specialità, in primis chirurgica. Sono per una sanità pubblica che garantisca un soddisfacimento della domanda di salute omogenea sul territorio regionale e che sia tassello attrattivo anche per il nord del Lazio che sempre ha fatto riferimento alle nostre strutture ospedaliere ed ai loro servizi. Mentre invece, parlando sempre di servizi pubblici, il primo provvedimento della nuova giunta regionale è stato tagliare 3,5 milioni di euro al trasporto pubblico locale. Scelta che si traduce in marginalizzazione e isolamento dei centri periferici e delle fasce sociali deboli. 
Privilegiando la mobilità individuale questa giunta commette un ulteriore sgarbo all'ambiente, andando in assoluta controtendenza rispetto al resto d'Europa e del Paese, e dimostra ancora una volta l'assoluta mancanza di volontà di governare la transizione ecologica e concertare con le parti sociali il Green New Deal. A fronte di tutto ciò è lecito chiedersi se è questo il cambiamento che tanti elettori si aspettavano», conclude la Mascio.
 

Condividi