PERUGIA - "In questa  fase  complessa della vita non solo del nostro paese, ma dell'Europa, abbiamo bisogno di sindacati forti ed autorevoli  per percorrere la strada difficile del cambiamento imposto dalla globalizzazione": lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo all'XI congresso della CISL Umbria, in corso a Perugia e il cui tema è "Il sindacato nel XXI secolo per una società inclusiva".  

Dopo aver portato gli auguri di buon lavoro e ribadito la volontà di continuare l'interlocuzione che in questi anni è stata  costante e basata sulla condivisione di percorsi tra sindacato e regione, la presidente ha invitato ad una riflessione sul ruolo dei corpi intermedi, della rappresentanza politica e delle istituzioni nel 20/mo secolo:  " Ci dobbiamo interrogare su questo tema – ha detto - Credo che la globalizzazione cambi i ruoli di tutti presentandoci due volti entrambi sfidanti e rispetto ai quali trovare una giusta misura".

"Da un lato la globalizzazione favorisce le imprese permettendo di  pagare tasse e redditi nei paesi agevoli facendo uscire dalla povertà aree del mondo tradizionalmente povere, dall'altro contribuisce ad impoverire quei paesi economicamente più forti che  registrano un impoverimento del ceto medio – ha evidenziato la presidente Marini - In questo contesto tendiamo a vedere ciò che ci preoccupa a volte tralasciando gli aspetti positivi. Di fronte a queste sfide c'è una parte della politica che ha scelto di rispondere ai rischi con un nuovo sovranismo tornando a costruire politiche economiche protezionistiche per superare il rischio di impoverimento del paese. C'è invece chi prova a percorrere la strada più difficile e cambiare le scelte del paese interpretando un nuovo patto dei valori senza rinunciare alla nostra storia distinta dall'elemento caratterizzante della democrazia e dell'uguaglianza".

Per la presidente Marini la globalizzazione impone un cambiamento di passo anche alle politiche locali: "c'è bisogno di un nuovo patto dei valori - ha detto -  per una società inclusiva che deve recuperare il tema dell'impegno civile. Molte delle sfide locali vanno affrontate con questo spirito e solo così si possono sostenere grandi questioni come ad esempio quello delle imprese  di capitali stranieri che investono nella nostra regione".

"Per affrontare le criticità abbiamo bisogno di imprese che facciano innovazione e che siano orientate all' esportazione, sempre di piú medie imprese e che affrontino il tema delle nuove tecnologie e della formazione perché l'Industria 4.0 e la rivoluzione digitale pone il problema della ricollocazione dei cinquantenni che hanno competenze ormai superate e diverse da quelle richieste".

Per la presidente Marini "questa è la vera sfida, non solo della politica che si supera trovando una strada comune favorire il lavoro facendo crescere il numero delle imprese che sta creando nuova occupazione investendo anche sulla formazione, ambito in cui la regione ha raggiunto un target molto alto. Così si potrà irrobustire il PIL e frenare la disoccupazione che nel 2016 in Umbria ha registrato dati sotto alle due cifre diversamente dal dato nazionale.   Politica e sindacato dovranno credere e favorire quel sistema produttivo che aiuta la regione a uscire dalla crisi anche grazie ad imprese che si sono irrobustite e hanno incominciato a crescere.  In questo contesto bisogna stare insieme sindacato e politica stringendo una nuova alleanza con il protagonismo di tutte le parti sociali.

"E' quanto abbiamo fatto recentemente dopo il sisma – ha aggiunto– ma da sempre in molti altri campi come ad esempio l'inclusione sociale. L'Umbria per il Welfare ha fatto scelte importanti e mentre i dati a livello nazionale sono impietosi e con il segno meno, l'Umbria ha razionalizzato le risorse per investire sui servizi che tengono alta la qualità della vita dei cittadini. Le risorse e gli strumenti a disposizione sono frutto di un lavoro congiunto anche della politica e delle istituzioni, un lavoro condiviso e concentrato, che va dall'Industria 4.0, alle aree di crisi complessa per Terni-Narni, alle aree di crisi non complessa,  aree interne, al PIT dell'area del Trasimeno, alle politiche per lo sviluppo con quasi 90 milioni di euro sui fondi strutturali per l'area sisma".

Concludendo la presidente ha ricordato tutta la partita relativa al Trasporto pubblico messo in sicurezza senza nessun lavoratore a casa e tutto il ciclo dei rifiuti ambiti in cui un lavoro importante è stato fatto e che ancora andrà fatto "ma l'Umbria – ha concluso -  ha le carte in regola per affrontare anche le strade più difficili".

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