di Giansandro Merli

Che nel naufragio di Steccato di Cutro qualcosa non tornasse si era capito subito. Ieri però, mentre i cadaveri salivano a 66, i dubbi sulla gestione dei soccorsi hanno preso forma con lo scontro a colpi di comunicati tra guardia costiera (Gc) e Frontex.

ALLE 16.08 la Gc scrive che la sera di sabato 25 febbraio un velivolo Frontex ha avvistato un barcone nello Ionio. «L’unità risultava navigare regolarmente, a 6 nodi e in buone condizioni di galleggiabilità, con solo una persona visibile sulla coperta», si legge nel comunicato. Passano appena 49 minuti e un lancio Ansa da Bruxelles riporta la posizione dell’agenzia Ue per il controllo delle frontiere. La descrizione delle condizioni del mezzo coincide, ma i numeri no: «La barca trasportava circa 200 persone». Del resto è difficile credere che il pilota Frontex non abbia notato la presenza sottocoperta: è prassi controllare la «linea di galleggiamento», cioè la distanza tra superficie del mare e ponte della barca. Se questa è sovraccarica diminuisce sensibilmente.

LA GC AGGIUNGE poi un altro particolare importante: «Il velivolo Frontex inviava la segnalazione al punto di contatto nazionale preposto per l’attività di law enforcement, informando, tra gli altri, per conoscenza, anche la Centrale Operativa della Guardia Costiera di Roma». È quello che sospettavano in molti: il barcone in pericolo è stato trattato come un caso di immigrazione illegale e non un evento di ricerca e soccorso (Sar). Non è un dettaglio linguistico. Alle due circostanze, che l’Italia inizia a distinguere nel 2019, corrispondono procedure, mezzi e perfino «culture» di intervento diverse. La classificazione di law enforcement spiegherebbe perché a cercare il target siano state le fiamme gialle (senza coordinamento della Gc). Queste, hanno dichiarato, sono dovute rientrare a causa delle difficili condizioni del mare. Le operazioni Sar sono invece il compito principale della Gc che ha in dotazione le motovedette classe 300 e 800. Mezzi in grado di affrontare qualsiasi mare, praticamente inaffondabili.

MA CHI CLASSIFICA l’evento: il mezzo presente sulla scena, cioè il velivolo Frontex, o le autorità che ricevono la notizia a terra? «Le autorità a terra. Il mezzo sulla scena deve offrire loro dettagli particolareggiati affinché si rappresentino bene la situazione», spiega Vittorio Alessandro, ammiraglio in congedo della Gc. Per questo i numeri sono decisivi: una piccola barca sovraccarica, soprattutto in un mare che ha costretto due navi militari a tornare indietro, non può che essere in pericolo. Caso Sar, dunque.

IL CUORE DELLA VICENDA è chi a terra ha scelto di attivare le fiamme gialle e non la Gc, che nel comunicato citato sostiene di aver ricevuto le prime segnalazioni di pericolo solo alle 4.30 di domenica. Non si può escludere che esista anche una responsabilità superiore a GdF e Gc (che dipende dal ministero delle Infrastrutture del quasi silente Matteo Salvini). Dopo l’introduzione dei decreti del leghista, suggeriscono fonti ben informate, il Viminale è diventato una specie di «supercoordinatore» di sbarchi e soccorsi dei migranti.

PRESTO IL MINISTRO Matteo Piantedosi potrebbe essere chiamato a spiegare l’accaduto al parlamento. A chiarirlo dovrebbe essere soprattutto l’indagine del procuratore di Crotone Giuseppe Capoccia. Per ora indaga sulle responsabilità degli scafisti, ma dopo le rivelazioni di ieri potrebbe aprire un filone per omissione di soccorso. La storia rischia di diventare un terremoto per la maggioranza e in particolare per Piantedosi che fino a ieri è stato attaccato soprattutto per le parole sui migranti, «la disperazione non può giustificare viaggi pericolosi per le vite dei figli». Sulla macchina dei soccorsi il Viminale ha mostrato nervosismo già dalle prime ore successive al naufragio.

DOMENICA, nella conferenza stampa a Crotone, Piantedosi ha declinato le domande sulla gestione del caso, invitando a evitare «fascinazioni particolari». Poche ore dopo dal suo ministero è partita la minaccia contro il medico Orlando Amodeo che dalla spiaggia di Cutro aveva denunciato mancanze da parte delle autorità. «Segnaleremo le sue dichiarazioni all’Avvocatura dello Stato», ha fatto sapere il Viminale. Ancora ieri in audizione Affari costituzionali del Senato Piantedosi ha sostenuto che ad accertare le responsabilità sarà la magistratura ma lui ha massima fiducia nei soccorritori. In serata, poi, ha dichiarato: «Il barcone non ha chiesto aiuto».

IN COMMISSIONE era sembrata aprirsi una prima crepa nella maggioranza quando il presidente Alberto Balboni (FdI) ha affermato: «non lasciamo la richiesta di chiarimenti alle opposizioni. Siamo i primi a farla perché non si può lasciare una nave piena di bambini in balia delle onde ma rifiutiamo la strumentalizzazione politica». Più tardi la rettifica del capogruppo FdI alla Camera Tommaso Foti: la richiesta «serve semplicemente a evitare le cose dette nei giorni scorsi».

Fonte: Il Manifesto

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