ORVIETO - Con l'avvio del nuovo anno scolastico per gli alunni del tempo pieno ricomincia anche l'esperienza di socializzazione a tavola con gli altri nei refettori degli istituti. La mensa è un momento educativo oltre che di puro nutrimento e, giustamente, deve essere improntata anche al rigore igienico ed all'interesse primario della salute dei ragazzi e dei piccini. Il M5S intende riportare l'attenzione ai contaminanti che possono venire a contatto con le preparazioni, ad esempio attraverso i contenitori. Uno di questi, particolarmente insidioso perchè riconosciuto come "perturbatore endocrino", si chiama Bisfenolo A (BPA) ed è una sostanza usata come filtro per impedire che il cibo inscatolato possa venire a contatto con il metallo delle scatolette. Si trova inoltre nella maggior parte delle lattine delle bibite gassate, bottiglie di plastica dei succhi di frutta e a volte anche dell'acqua, borracce e nei contenitori di plastica per microonde.Il dibattito si è acuito dopo la pubblicazione di autorevoli ricerche che ne hanno dimostrato la tossicità e gli effetti effetti avversi ed in particolare un recente studio olandese mette in guardia sul fatto che potrebbe effetti sul sistema immunitario di bambini piccoli. Il Parlamento europeo ne ha previsto la messa al bando ma la normativa non è ancora recepita però già esistono molte aziende che producono contenitori e prodotti liberi da BPA. Nel rispetto del principio di precauzione il gruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio comunale interroga l'Assessore alla scuola sui contratti che regolano la mensa e se è previsto che i prodotti utilizzati siano certificati liberi da BPA o, meglio, liberi del tutto da Bisfenolo e quali controlli in tal senso vengano effettuati.

«In questi giorni sono iniziate le scuole con le materne che via via si adeguano agli orari del tempo pieno ed avviano le mense e le chiassose riunioni nel refettorio ad ora di pranzo. Quello e la merenda di metà mattinata sono i momenti in cui i nostri ragazzi vengono potenzialmente esposti ad un prodotto diffuso che si chiama Bisfenolo A ed ha come sigla BPA. Un prodotto che a gennaio di quest'anno è stato inserito nella lista nera delle "sostanze estremamente preoccupanti" per la salute e l’ambiente stilata dall’Echa cioè dal comitato degli Stati membri dell’Autorità Unione Europea per le sostanze chimiche. La decisione comunitaria è stata presa su richiesta di Francia, Germania, Svezia e Austria a seguito alla riclassificazione del BPA come tossico, l'Italia come purtroppo accade spesso, appare ancora lenta e poco aggiornata ed informata, poco reattiva sul piano degli adeguamenti di prevenzione diffusa da contaminazione industriale od inquinamento. Più rapido a rispondere è invece il mercato che si è già adeguato proponendo prodotti BPA Free, cioè liberi dal Bisfenolo A. Un passo avanti quindi sarebbe poter avere la certezza che le nostre mense siano altrettanto certificate, cioè libere dal BPA, nel rispetto del principio di precauzione in attesa che il legislatore italiano recepisca la consapevolezza diffusa nel resto dell'Europa. Se poi consideriamo che il processo di messa al bando del BPA nei biberon e l'attenzione internazionale a questi interferenti ormonali partì proprio da Orvieto nel 2005, in occasione della Spring School dell'Istituto superiore di sanità patrocinata dal nostro comune, allora diventa doveroso essere esemplari e radicali nella tutela dei ragazzi, i nostri cittadini di domani.» Lucia Vergaglia, capogruppo Movimento 5 Stelle di Orvieto

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