La Presidente Tesei sempre più stordita dall’emergenza covid

L’INDECISIONE O L’INCAPACITA’ DELLA  GIUNTA  REGIONALE
PESANO SEMPRE DI PIU’ SUGLI UMBRI

Non sappiamo chi sia il genio che cura la comunicazione della Presidente della Regione Umbria Donatella Tesei ma abbiamo l’impressione che sia sovrastato dalla montagna di problemi che auto genera quotidianamente la sua cliente o sodale che sia e abbia scelto di tenere un profilo basso. Parlare poco, il meno possibile e in caso di accuse pesanti usare il “metodo bilancio di Montefalco” cioè negare, negare e ancora negare. Di fronte alle continue denunce verbali raccolte diligentemente dal consigliere del Pd Tommaso Bori, collettore di altrui materiali per tentare di dare corpo al suo partito sempre più inconsistente e fare trasfusioni di idee e attività ad un contenitore sempre più simile ad una cesta di vimini, la Presidente ha sbroccato. Oppure ha fatto finta. L’accusa era quella di due trasferimenti di pazienti covid da Perugia a Roma. La risposta della”Chiagnona de Montefalco” è stata quella di negare che i trasferimenti siano avvenuti per incapacità sanitarie o per saturazione dei posti di terapia intensiva. E così sia. Per una volta crediamo a quello che dice sui due trasferimenti anche se è complicato. Negando insistentemente l’esistenza del buco di bilancio di Montefalco, il Comune da lei amministrato per nove anni, ha perso la credibilità richiesta ad un amministratore pubblico. Altra credibilità l’ha persa non rispondendo mai alle domande che tragicamente la pandemia pone a tutti i Cittadini ed in particolare quelle relative alla organizzazione della sanità regionale. Lei, Presidente, ha detto tutto e il contrario di tutto. L’ospedale da campo di cui aveva annunciato l’apertura a giugno 2020 è senza personale sanitario e senza agibilità trasformato in astanteria per l’ospedale. Ovviamente sarà un caso ma se ne sta occupando la Corte dei Conti dell’Umbria. Dopo più di un anno dall’inizio della pandemia nonostante i soldi ricevuti dal governo per assumere personale sanitario i bandi emessi dalla Regione Umbria sono andati deserti. Nello stesso periodo la Regione Toscana e la Regione Emilia-Romagna tanto per fare due esempi hanno assunto tra medici e infermieri la prima 2700 la seconda 3600. Si è chiesta il motivo? Lo ha chiesto al serafico geometra di Verona assessore Coletto che gestisce il 78 per cento del bilancio regionale? Oppure, Presidente, aveva paura di rallentare l’impegno dell’assessore nella privatizzazione della sanità? Cento volte abbiamo sottolineato che non si muore di solo covid e che le prestazioni sanitarie degli ospedali sono rinviate in continuazione con liste d’attesa infinite tanto da spingere gli utenti verso strutture private anche fuori regione. Abbiamo anche fatto l’esempio del robot Leonardo da Vinci XI usato egregiamente nell’Ospedale di Spoleto per interventi mini invasivi soprattutto per malati oncologici. E’ chiuso in una stanza inutilizzato da ben due mesi e i potenziali pazienti-utenti sono costretti ai viaggi della speranza lontano dall’Umbria. Poteva essere spostato in altra struttura ma il concetto di organizzazione e ottimizzazione delle risorse suo e della sua giunta è alquanto confuso e produce solo disastri. Lei, poco stimata Presidente, sembra un pugile frastornato che ha ricevuto una serie micidiale di ganci e diretti al volto. E’ confusa su tutto. Guardi i direttori che ha nominato nelle strutture ospedaliere: nessuno è umbro. Eppure la Facoltà di Medicina di Perugia non solo ha sfornato eccellenti medici ma ha anche fatto scuola all’Italia nell’ideazione e nella realizzazione del Servizio Sanitario Nazionale. Dal professor Alessandro Seppilli siamo passati a Direttori generali, novelli ragionieri, che in questo tragico casino del covid pensano solo ai conti e ai numeri e trovano il tempo di giocare al “giovane aspirante inquisitore”, invece di medici assumono avvocati per controllare possibili critiche ed eventuali proteste di dipendenti su giornali, televisioni e social e alla fine inoltrano le denunce agli Ordini professionali. E tutto questo nel colpevole silenzio delle organizzazioni interessate. Forse un giorno riusciremo a sapere cosa pensano Università, partiti, sindacati e associazioni varie su queste ordinanze e delibere che limitano elementari diritti personali e non contribuiscono certo a contrastare la pandemia. Fino ad una settimana fa lei e il suo staff ogni mattina studiavate i provvedimenti del governo per poi dire il contrario. Anche questo è un metodo ma funziona poco col covid dilagante: si aggiunge solo confusione al dolore delle troppe morti. Ora il governo è cambiato e il giochino del “Chiagni e fotti” che lei ama praticare non funziona più. Anche il suo bersaglio preferito, Domenico Arcuri, ha lasciato il suo incarico di commissario all’emergenza al generale Figliuolo. Uno da missioni di guerra che ha anche l’appoggio dell’uscente capo della polizia Gabrielli nominato capo dei servizi segreti. Si lamenterà in continuazione anche con loro o se la prenderà con il destino cinico e baro? Si riprenda dallo stordimento Presidente Tesei, cerchi aiuto in persone di sua fiducia oltre che nel fido Caparvi suo sostenitore a prescindere. Risponda a qualche domanda in verità. Il suo indice di gradimento sta precipitando. Sono sempre di più gli Umbri che hanno cambiato idea e non sono più disposti a votare per rabbia o per rancore. Nel segreto dell’urna presteranno sempre di più attenzione a dove mettere la croce perché hanno capito che poi la croce va portata. 
Dalla pagina Facebook per la sinistra che vogliamo

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