di Severino Galante.

Occhio! Constato che una buona fetta del vertice formale e reale di LeU fa l'occhiolino al partito grillista: da Grasso a Fratoianni a Bersani... Chi sbaglia analisi sbaglia tutto, diceva un tale. E lo stesso tale suggeriva di fare sempre l'analisi concreta della realtà concreta. Se si analizza la realtà concreta del grillismo - struttura dell'organizzazione, ideologia, scelte politiche, programmi, comportamenti effettuali, referenti sociali ecc. ecc. - non sarà difficile cogliere le assonanze del grillismo con gli inizi di altre esperienze socio-politiche della nostra storia nazionale: ciò che ne fa una manifestazione attuale degli umori ribellistici di quella parte della società italiana che, in diverse fasi storiche e quindi con distinte caratteristiche - ma alla fin fine sempre regressive o reazionarie - ha dato vita prima al fascismo sansepolcrino, poi al qualunquismo di Giannini, poi ancora al leghismo bossiano. E' noto che la Lega nord delle origini fu definita 'costola della sinistra' da un improvvido dirigente di sinistra, e sappiamo com'è andata poi. Adesso sarebbe opportuno per tutti (cioè non soltanto per i militanti e gli elettori di LeU) che LeU evitasse di considerare e di collocare se stessa come una possibile costola - una costoletta, anzi - del grillismo. E sarebbe opportuno anche, dal mio punto di vista, che ci chiarisse le idee, con l'analisi di cui sopra, subito. Senza aspettare il 5 marzo 2018. Perché si sa: passata la festa, gabbato lo santo.

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