ORVIETO - Leonardo Cenci è entrato a parlare anche in carcere. Lo ha fatto oggi (martedì) in quello di Orvieto su invito di Nicla Restivo, magistrato di sorveglianza di parte del carcere di Spoleto (media sicurezza) e del carcere di Orvieto. È stato un incontro interessante che ha coinvolto tutti i detenuti della struttura.

"In carcere spesso e volentieri - spiega il magistrato Nicla Restivo - le persone non metto in discussione il loro passato, spesso vivono passivamente la detenzione. Volevo risvegliare un po' il senso di gratitudine per il bene della vita che hanno ricevuto, anche nelle condizioni peggiori della loro esistenza. Risvegliare il senso di valorizzazione della loro esistenza, che spesso viene messo da parte per concentrarsi sulle problematiche del momento, che sono la limitata libertà, quelle di carattere economico e l'allontanamento dalle famiglia. Ognuno di noi ha un percorso, un disegno di vita, che potrebbe aiutare l'individuo in sofferenza ad alleviarla. Così come nel caso di Leonardo, che prende la malattia con positività, affrontandola giorno per giorno con grande entusiasmo e forza di volontà”.

“Volevo offrire ai detenuti – aggiunge il magistrato - uno spunto per uscire un po' dallo stato di autocommiserazione, per il passato per il vissuto. Molti pensano che la vita è finita per quello che hanno fatto, oltre che per aver subito una condanna penale molti si sentono sulle spalle anche quella sociale. In questa ottica di poter lasciare un piccolo germe volevo fargli vedere come Leonardo, nonostante le sue condizioni, ha un ottimismo ed una forza di volontà unici. Spero che questo incontro gli susciti dei pensieri positivi. I detenuti stanno fisicamente bene ma hanno solo un problema temporaneo, risolvibile. Volevo far suscitare una voglia di cambiamento interiore anche perché, altrimenti, il percorso detentivo fine a se stesso non serve a molto. Stare chiusi e seguire le regole di comportamento, come in collegio, non serve a nulla perché si riesce e magari si ricommettono gli stessi errori”.

“In quest'ottica di valorizzazione di questo momento, anche di forzata riflessione, - prosegue Restivo -voglio che non trovino scuse ed alibi per quello che hanno fatto. Vorrei che ognuna di queste persone si rimboccasse le maniche e tirasse fuori un po' di grinta. Conoscendo Leonardo ho pensato che poteva essere un incentivo ed è stato così. Il suo intervento è stato molto seguito. I presenti hanno dato atto della sua forza. Spero che li avrà scrollati un po'. Il carcere di Orvieto offre delle soluzioni di lavoro, piccole cose. È una buona dimensione di popolazione e se uno vuole le risorse le trova per tutto quello che verrà. Non escludo - conclude Restivo - che in futuro questo esperimento verrà ripetuto".

Anche Leonardo ha trovato l'esperienza molto interessante e formativa.

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