Venerdì 19 maggio alle ore 20.30, a Torgiano, presso il palazzo comunale, si parlerà dell’attualità del pensiero di Antonio Gramsci a ottant’anni dalla sua morte, avvenuta in circostanze umane drammatiche, sia da un punto di vista di sofferenza interiore che fisica, dopo una lunga prigionia nelle carceri fasciste.

“Dobbiamo impedire a quel cervello di ragionare!”. Con questa terribile frase Mussolini sentenziò la condanna di Antonio Gramsci, e dal 1926 restò prigioniero del regime fino a pochi giorni prima della morte.

Ma quel “cervello” non smise di pensare. E in quei terribili anni di solitudine umana e politica produsse una quantità notevole di scritti raccolti in quella grandiosa opera che è “I quaderni del carcere”.

La rilettura di questa opera fa riflettere sullo stato della sinistra nei nostri giorni.

Gramsci si concentra sul concetto di unità fra le classi popolari, più strettamente proletarie, con il cosiddetto ceto medio e gli intellettuali, per formare quel “blocco storico” che possa esercitare un’egemonia culturale e politica nella società.

A nostro avviso questo principio di unità è ancora oggi valido ed attuale.

La sinistra vive una sofferenza profondissima, dalla quale non sa riemergere, che è innanzitutto di tipo culturale. Non sa più parlare alla propria gente, è in difficoltà a comunicare quel concetto di giustizia sociale, di diritti e di uguaglianza fra le masse popolari.

Oggi la sinistra in Italia non c’è più. Ha subito una sconfitta storica che ha azzerato le sue potenzialità, in condizioni sociali e politiche che invece dovrebbero portare ad una rivendicazione di maggiori diritti, ad un concetto di trasformazione radicale della società, a creare quella massa critica necessaria per la sua affermazione.

Tornare a Gramsci, quindi, è necessario, perché è attraverso il concetto di unità da Lui espresso, che le forze progressiste e popolari riuscirono a sconfiggere una spietata dittatura. Anche allora la sinistra subì una dura sconfitta, ma seppe reagire e abbattere un terribile regime autoritario e violento come fu storicamente il Fascismo

Il blocco sociale è indispensabile per la ricostituzione di una massa critica che si oppone a questo concetto di “pensiero unico” oggi egemone nella società.

Il ruolo dell’intellettuale deve tornare ad essere quello del promotore politico e la dialettica utile a distinguere il ruolo politico da quello culturale per ricostituire quel blocco sociale che, per dirla come Antonio Gramsci, “deve essere dirigente prima ancora di conquistare il potere”.

Tutti questi temi saranno trattati nel dibattito dai relatori invitati: Andrea Ferroni per Rifondazione Comunista, Valerio Marinelli per l’Art.1- MDP e Elisabetta Piccolotti pe Sinistra Italiana. Concluderà il dibattito l’On. Alfonso Gianni della redazione “Alternative per il Socialismo”

Umbrialeft è lieta di invitare tutti i lavoratori e i cittadini che sono interessati a questo importante dibattito.

Associazione Culturale Umbrialeft
Attilio Gambacorta

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