PERUGIA - Oltre duecento firme di uomini e donne, lavoratori e studenti, pensionati, imprenditori, presidenti di associazioni di volontariato e promozione sociale, associazioni studentesche e culturali, professionisti, insegnanti, docenti universitari da tutta l’Umbria, uniti dalla richiesta di cambiamento, rivolto all’intera comunità e, con forza, alla classe dirigente di questi anni, non sempre all’altezza del compito assegnato, distante dai bisogni e dai desideri delle persone.

Oltre duecento firme per sostenere i contenuti di una lettera appello oggi inviata a tutte le forze politiche e sociali della regione, redatta e sottoscritta per chiedere discontinuità alla politica, con l’intenzione di proporsi come forza civica in vista delle prossime elezioni regionali.

Oltre duecento firme per unire il meglio delle forze cattoliche, laiche, ambientaliste e riformiste di questa regione, attivando un percorso politico partecipato ed inclusivo, con programmi forti e discontinui – nati dalla partecipazione di tutte le persone - sui temi del lavoro, dei giovani, dell’impresa, dell’ambiente, della cultura e delle infrastrutture.

Affermano i firmatari di “voler riprendere a sognare, a pensare che la nostra Regione possa ripartire con le migliori energie dei tanti cittadini onesti, competenti e capaci di ascoltare la gente, che non fanno della politica un mestiere, ma valorizzano i loro mestieri per fare politica”.

“Siamo preoccupati” affermano “degli effetti negativi di un’economia regionale che, da troppo tempo, non produce sufficiente ricchezza e, quindi, non genera virtuosi processi di ridistribuzione, diminuendo fortemente opportunità e prospettive. Esprimiamo malessere perché dopo il sisma ancora non si intravede una ricostruzione urbanistica e sociale.” E soprattutto si dichiarano “preoccupati poiché i fatti collegati alle recenti vicende politico-giudiziarie comunque evidenziano meccanismi opachi e clientelari nelle logiche di di reclutamento e di carriera in parti importanti della pubblica amministrazione”.

“Anche noi siamo stanchi del clientelismo, delle carriere fondate sulle conoscenze, di una pubblica amministrazione autoreferenziale. Ma l’Umbria che vogliamo è fatta di uguaglianza dei diritti, di sviluppo sostenibile, di partecipazione e non di uomini soli al comando che sbandierano slogan. L’Umbria che vogliamo è fatta di imprese e lavoratori che innovano e producono occupazione dignitosa, di uomini, donne e giovani con opportunità di lavoro stabili, che devo essere supportati nel creare il loro futuro”.

La sicurezza e la legalità non sono valori di parte. Tutte le forze politiche dovrebbero investirci. Ma noi non possiamo ignorare le nuove e le vecchie diseguaglianze, il mancato lavoro, i mancati redditi, la chiusura delle imprese, la migrazione di giovani qualificati o famiglie lasciate sole a gestire il problema della malattia di genitori o i di figli disabili. Abbiamo idee per la nostra Regione, che possiede un patrimonio artistico, culturale e religioso di valore ineguagliabile, scarsamente valorizzato, che deve diventare il driver di sviluppo centrale su cui lanciare un grande programma internazionale che attragga risorse economiche e riporti l’Umbria al centro dei flussi turistici mondiali”.

I firmatari chiudono affermando di essere “persone con esperienza nei vari settori economici e sociali della nostra regione che non hanno mai fatto politica ma oggi più che mai sentiamo il bisogno di metterci la faccia per costruire un’alternativa che metta al centro le persone, la tutela dell’ambiente e dei diritti, la centralità del lavoro. Ecco perché miriamo a realizzare liste civiche forti, composte da persone credibili e competenti”.

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