ANCONA – “L’Appennino, che per secoli ha rappresentato una barriera, in realtà oggi diventa il punto di ricongiunzione e di apertura tra Umbria e Marche. Ovviamente questo processo viene ancora più favorito dall’apertura delle grandi infrastrutture di comunicazione, attese da decenni, e che ora cambiano il tipo di rapporto tra le due comunità”. È quanto affermato dalla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenuta ieri pomeriggio ad Ancona all’incontro sul tema “Marche e Umbria, destino comune”, organizzato dai parlamentari Giampiero Giulietti ed Emanuele Lodolini, al quale ha partecipato insieme al presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli. “La nuova mobilità tra le due regioni, infatti – ha detto la presidente Marini – permette di integrare ancora di più la collaborazione sia dal punto di vista del sistema economico e produttivo, delle imprese, che senza alcun dubbio rappresentano la realtà più interessata, sia anche per ciò che riguarda l’orizzonte più ampio, e cioè di un nuovo modello di sviluppo”.

La presidente ha voluto anche ricordare le positive esperienze che Umbria e Marche hanno già avviato, come la gestione comune del servizio di elisoccorso, o che sono in procinto di avviare, come la centrale unica di ascolto del numero di emergenza 112, “esperienze che dimostrano come sia possibile ed utile la collaborazione e l’integrazione dei servizi. Ma l’evento di oggi – ha aggiunto – ci porta ad un ragionamento nuovo, che guarda al futuro e che cerca di riflettere su come definire un cammino comune, una maggiore cooperazione. Noi, come Umbria, siamo molto interessati ad essere integrati con una regione marittima e con il porto di Ancona. Ed abbiamo anche tutto l’interesse a politiche comuni di sviluppo che possano servire alla crescita e alla modernizzazione dei nostri territori”.

“Credo che l’Umbria e le Marche – ha proseguito la presidente – abbiano tanti elementi in comune nella loro storia istituzionale ed amministrativa che dobbiamo mettere a disposizione sia per continuare la collaborazione sulle grandi infrastrutture, e penso alla E78, sia per intensificare i processi di integrazione nei servizi. Dobbiamo anche guardare alla parte sud dei nostri territori, quelli più colpiti dagli eventi sismici. Per questi territori dobbiamo immaginare una idea di futuro, perché non si ricostruisce come si era, ma pensando ad un futuro di sviluppo. Uno sviluppo che dovrà far perno sui grandi pilastri comuni di questi territori: il turismo, l’enogastronomia, le produzioni tipiche. Questa è la sfida per il medio e lungo periodo. E dunque, insieme alle case – ha concluso la presidente Marini – dobbiamo ricostruire e rilanciare il tessuto economico e sociale di queste comunità”.                                                

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