di Thomas De Luca
  
Alla fine della fiera la sanità privata in Umbria è l’unica a non sentire la crisi.
In questo momento, giuste o sbagliate che siano state, le scelte dell’assessore Coletto hanno di fatto messo in condizione strutture sanitarie strategiche come l’ospedale di Perugia a rendere di nuovo attivo un accordo quadro per riprogrammare nelle cliniche private tutta l’attività chirurgica classificata come non urgente.
Questo è avvenuto con la delibera numero 0001975 del 16 novembre firmata dal commissario straordinario del Santa Maria della Misericordia di Perugia, Marcello Giannico dopo che la direzione sanitaria regionale ha disposto la sospensione degli interventi non urgenti, con un atto dove si invita a “valutare l’opportunità e la sussistenza delle condizioni per potersi avvalere delle cliniche private in cui effettuare interventi con le proprie equipe”.
Una situazione causata anche dell’impossibilità di reperire proprio personale medico anestesiologico da destinare a tale attività chirurgica presso le strutture territoriali, a testimonianza del fatto che la carenza di personale rimane il più grande tallone di Achille che questa situazione sta palesando nella sanità pubblica umbra.
Una problematica che purtroppo sembra non trovare risposta nel “Piano di salvaguardia” della Regione dove si prospettano assunzioni a tempo determinato di personale che se ne andrà alla fine dell'emergenza covid-19
Va da sé che terminato il periodo di emergenza, le aziende inizieranno a chiedere gli straordinari per rimettersi in pari con l'attività ordinaria. il personale per allora sarà bello che stremato. Ma tranquilli tanto i privati saranno lì pronti a risolvere “generosamente” i problemi creati dalle scelte politiche
 

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