PERUGIA - Continua la lenta marcia della sicurezza stradale: nel 2010 gli incidenti sono diminuiti dell'1,9%, i morti del 3,5% e i feriti del 1,5%. Buone notizie dunque? Non proprio: l'obiettivo che noi e la Ue ci eravamo prefissati 10 anni fa (ridurre le vittime sulla strada del 50%) è stato mancato. E non di poco: ci siamo piazzati 14esimo nella Ue e siamo solo a meno 42,4%. Questo significa che in Italia nel 2010 ci sono stati 211.404 incidenti con 4.090 morti e 302.735 feriti. Ossia 11 morti al giorno.

I dati presentati oggi dall'Istat mostrano insomma un quadro ancora drammatico ma - almeno - abbiamo un quadro più preciso della situazione, anche geografica: il 75,7% degli incidenti avvengono su strade urbane, con il 43% morti e il 72,1% feriti. La città rimane quindi di gran lunga il posto più pericoloso del mondo dove circolare. E qui l'Istat fotografa anche una classifica delle varie città con un indice mortalità più alto a Verona: 1,7; Palermo 1,6: più basso a Milano e Bari: 0,5.

Clamoroso poi il dato delle autostrade dove al solito calo di incidenti (-1%) assistiamo a un'impennata delle vittime (+7,4%), mentre luglio si conferma il mese più pericoloso, venerdì il giorno con più incidenti e feriti e sabato quello con più morti. Il tutto nell'ora critica delle 18:00. Sono dati che sapevamo, certo, ma che è bene non ignorare, così come l'analisi che vanno a ricercare le cause: secondo l'Istat sono mancata precedenza, guida distratta ed eccesso velocità.

Novità infine anche per quanto riguarda l'indice di mortalità: quello medio è dello 0,9 per cento (moto: 1,8; biciclette: 1,7, minicar: 1,3; motorini: 0,9; auto: 0,7). Questo significa che nel 2010 è in aumento l'indice di mortalità delle minicar, da 1,1 del 2009, a 1,3 del 2010. L'indice di mortalità dei motorini passa da 0,8 a 0,9, mentre quello delle auto resta stazionario a 0,7.

"Molto insomma c'è ancora da fare - ha spiegato Mario Valducci, presidente della commissione trasporti - perché su questo fronte non bisogna mai abbassare la guardia. E' in dirittura d'arrivo il progetto di introdurre il reato di omicidio stradale e una serie di semplificazioni normative al codice che porteranno di sicuro benefici. Compresa la lotta alle truffe assicurative che ormai portano ad avere in Italia più di tre milioni di vetture senza assicurazione".

A Valducci ha fatto eco Enrico Gelpi, presidente dell'Aci, che ha spiegato come "seppure abbiamo mancato l'obiettivo UE siamo riusciti comunque a salvare 14.500 vite e risparmiare 25 miliardi di euro in costi sociali. Ogni euro speso in sicurezza stradale ne frutta 20 di risparmi ed è possibile evitare 1 incidente mortale su 3". "Non dobbiamo illuderci - spiega poi Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania - che il problema sia in via di risoluzione, anzi. L'incidentalità stradale registrata dal settore assicurativo mostra che il rischio circolazione continua ad essere preoccupante e produce costi elevatissimi per la collettività".

Grande, infine, la lacuna di questa ricerca sul tema di incidenti correlati ad alcol e droga: in tutto lo studio non ce n'è traccia ma sappiamo che questa tipologia di sinistri incide - almeno - per la metà del totale. 

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