PERUGIA - "La norma impugnata dal Governo si colloca pienamente nell'ambito degli strumenti di prevenzione della corruzione e di garanzia dell'imparzialità dell'amministrazione che gli enti pubblici sono tenuti ad adottare, così come stabilito dall'Anac": è quanto afferma il vice presidente della Giunta regionale dell'Umbria ed assessore allo sviluppo economico Fabio Paparelli in merito alla impugnazione, da parte della Presidenza del consiglio dei ministri, della legge regionale a sostegno della informazione locale nella parte in cui vengono escluse dai finanziamenti previsti le imprese i cui titolari abbiano riportato una condanna penale anche non definitiva.  

“Stupisce – sottolinea il vice presidente -  che il Ministro a Cinque Stelle Alfonso Bonafede, a seguito delle osservazioni anticipate alla Regione Umbria nel merito del provvedimento, intenda consentire agli editori condannati per reati contro la pubblica amministrazione o per frode, anche in via non definitiva, di accedere a risorse pubbliche messe a disposizione nell'ambito della nuova legge sul sistema dei medi locali umbri. La formulazione della legge umbra – evidenzia l'assessore – è peraltro identica alla disposizione dell'art. 3 comma 4 lett. d) della Legge regionale dell'Emilia Romagna del 23 giugno 2017 n. 11 (Sostegno all'editoria locale) attualmente in vigore. Il principio sposa inoltre la ‘ratio' della cosiddetta Legge Severino che, nel caso dei politici, prevede la sospensione dal ruolo per gli amministratori pubblici condannati in primo grado: una norma spesso richiamata dallo stesso Movimento 5 Stelle”.

“Rimane quindi il dubbio su quale sia il reale intendimento del Governo – conclude Paparelli - rispetto ad una legge ampiamente partecipata dalle forze politiche e sociali e sulla quale si sono più volte espressi positivamente sia l'Ordine dei Giornalisti che l'Associazione Stampa Umbra".

--------------------------------------

La notizia dell’impugnazione della legge a sostegno delle aziende editoriali umbre è stata resa nota da un comunicato stampa diramato al termine dell’ultimo Consiglio dei ministri che spiega:  la legge della Regione Umbria n. 11 del 04/12/2018, recante “Norme in materia di sostegno alle imprese che operano nell’ambito dell’informazione locale”, viene impugnata davanti alla Corte costituzionale in quanto «escludendo dai finanziamenti previsti dalla legge le imprese i cui titolari abbiano riportato condanna penale anche non definitiva viola il principio di non colpevolezza sancito dall’articolo 27, secondo comma, della Costituzione e risulta invasiva della competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia di ordinamento penale, riconosciuta dall’art. 117, secondo comma, lett. l), della Costituzione».

 

 

Condividi