di Paolo Brutti

La questione di fondo della guerra in Ucraina è semplice se la guardiamo dal punto di vista di una sinistra che si richiama al superamento del capitalismo, cioè al socialismo. Ciò che è in gioco è il multilateralismo nelle relazioni internazionali. Questo significa uscire da relazioni internazionali basate sul concetto di amico-nemico e avviarsi per un sistema di cooperazione e di riconoscimento dell’altrui sovranità. La Russia con la “operazione speciale” ha fatto esplodere la contraddizione latente del modello centrato sull’Occidente. Cina e Russia vogliono pari diritti della Lituania e della Norvegia. Tutto qui. E chi ha più filo da tessere lo tesserà.

La guerra in Ucraina ha la sua ragione nell’ unilateralismo dell’Occidente e non si risolverà senza il suo, anche parziale, rovesciamento. Chi critica l’”operazione speciale” perché ha riunito l’Occidente e isolato la Russia, e si bea di questo “errore capitale di Putin” non capisce che qui la posta in gioco è la forma del governo del mondo, unilaterale o multilaterale. Chi non vuole la immediata cessazione delle ostilità e una conferenza di pace che discuta di questa forma gonfia un palloncino che sta per esplodere. Lo fa dicendo che vuole difendere l’aggredito e si erge in modo ridicolo a fare il verso a Cassio Longino, uno dei cesaricidi, che profetizzò “Fiat iustitia et pereat mundus”. Poi si sa come la “sua” giustizia andò a finire.

Fonte: Facebook

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