di Elio Clero Bertoldi.

PERUGIA - Il possente cavallo, alto cinque metri, resta all’interno della Rocca Paolina. La notizia é arrivata ieri mattina, comunicata da un funzionario all’artista che lo ha creato, Paolo Ballerani (con il quale ha collaborato Mauro Tippolotti).
Completata la mostra dei due artisti il cavallo avrebbe dovuto essere smontato per finire, probabilmente, in qualche magazzino. Ma la “rivolta” del popolo dei social (tra i primi a lanciare l’allarme il professor Sandro Allegrini), in particolare su Facebook, ha, evidentemente, sollecitato l’attenzione e la sensibilità delle menti migliori delle istituzioni della Soprintendenza, del Comune, della Provincia. Così il cavallo non resterà nella sala della Cannoniera dove é stato esposto nel corso della mostra, conclusasi domenica,  ma sarà spostato appena di pochi metri, probabilmente all’altezza delle case di Gentile Baglioni. Dove tutti potranno ammirarlo, come è accaduto in questo periodo.
In effetti il cavallo si “sposa” molto bene con le ruvide pietre dei palazzi della potente casata perugina i cui esponenti, tra l’altro, erano veri e propri cultori di questi animali, utilizzati sia per le sfilate, sia per in tornei, sia per le attività guerresche. Ne possedeva molti in particolare Braccio Baglioni (il nonno di Grifonetto, immortalato da Raffaello nella Deposizione Baglioni), che come il suo amico Lorenzo il Magnifico teneva nelle stalle anche molti animali esotici e, pure, Giampaolo Baglioni, che salvò la sua vita, nella notte della "notte di sangue" (estate del 1500), grazie ad un destriero che lo portò, a briglie sciolte, mentre i congiurati “strascinavano” i corpi delle vittime, a Todi dal suo alleato e parente Vitellozzo Vitelli, che vi era acquartierato.

 

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