GIUSEPPE EVANGELISTI, IL GARIBALDI DI PERUGIA. UNA STORIA PERUGINA.
di Vanni Capoccia.
Francesco Calabrese, assessore del Comune di Perugia, rispondendo alle critiche della consigliera comunale Emanuela Mori sulla volontà di cambiare nome al PalaEvangelisti testimonia la superficialità con la quale è stata presa la decisione.
Prima sbaglia la data di morte di Evangelisti dimostrando, quindi, di non sapere che è morto a Nizza per evitare le persecuzioni che stava subendo dal fascismo. Poi dice che “col palazzetto poco c'entra” ignorando che Giuseppe Evangelisti è stato un pioniere dello sport in Umbria, in particolare che è stato campione umbro del ciclismo agli albori, fondatore del Veloce Club. Vincitore di una serie innumerevole di gare partecipando a tournè in Europa e America latina e ha compiuto, a quei tempi e con le biciclette di allora, un'impresa memorabile da Perugia al Trasimeno sotto la neve, ricordata da Uguccione Ranieri di Sorbello nella sua “Perugia della Bella epoca”. Un libro che dovrebbe stare nella libreria di tutti quelli che un po' di bene a Perugia vogliono e, quindi, sono certo si trovi anche in quella dell'assessore che potrà verificare tutto ciò.
Dunque, a differenza di quanto ha scritto l'assessore Calabrese, Giuseppe Evangelisti è un uomo di sport, un perugino purosangue nato nel borgo di Porta sant'Angelo che ha tutto il diritto, come lo ha Renato Curi, all'intestazione di un luogo di sport. Lo merita anche per la sua storia politica ed umana, perché se come giustamente scrivono Guglielmo Miliocchi è il Mazzini di Perugia, Evangelisti è il nostro eroe garibaldino.
Ha indossato la camicia rossa ben due volte contro l'Impero Ottomano e poi alle Argonne in Francia nel 1914 (quando l'Italia era ancora neutrale) nella spedizione che fu organizzata proprio a Perugia in via Danzetta nella casa di Publio Angeloni. Insieme a lui partirono Guglielmo Miliocchi e il giovanissimo Lamberto Duranti, lui sì dimenticato a Perugia ma non ad Ancona sua città natale dove lo ricordano e trattano con rispetto.
L'assessore ha anche scritto “...alzi la mano chi sapeva chi è Giuseppe Evangelisti”. Cercando giustificazione all'ignoranza sua. Ora non è obbligatorio sapere tutto, ma se si decide di cambiare nome ad un palazzetto un sindaco, i suoi assessori e tutti i consiglieri comunali hanno il dovere di informarsi su chi è la persona di cui stanno parlando.
L'articolo 54 della Costituzione dice che “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”. Non si riferisce solo alla moralità delle persone, ma quel “disciplina” intende anche l'accuratezza con la quale si svolge il proprio compito pubblico. Nel caso di Giuseppe Evangelisti tutti quelli in consiglio comunale chiamati a prendere una decisione su di lui per “disciplina” dovevano prima informarsi sulla sua storia. Avrebbero scoperto, l'assessore Calabrese compreso, che Giuseppe Evangelisti è stato insignito in Francia della Legione d'Onore, è una colonna del nostro sport, una radice della nostra democrazia e della nostra Repubblica.
Detto ciò, a questo lungo post che Evangelisti meritava, allego il busto di Evangelisti, la sua camicia rossa, quella di Miliocchi e l'unica testimonianza di Lamberto Duranti che abbiamo alla Società di Mutuo Soccorso.
Chi vuol saperne di più, sindaco, assessori e consiglieri comunali compresi, può inviarmi un messaggio o telefonarmi al 3487304675 sarò ben felice di facilitarvi l'ascolto delle storie bellissime, di queste persone e di altre, che la Società operaia di Perugia racconta.
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