Così Giuliano Giubilei in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook 

 

ROMIZI, IL SINDACO CHE NON C’E’. E LA REGIONE 
PARALIZZATA DAI FANTASMI DELLA TESEI

Con i colleghi consiglieri comunali del Pd e di Idee, Persone, Perugia ieri abbiamo fatto una conferenza stampa per fare il punto su questo anno che sta per finire e sull’anno e mezzo del secondo mandato di Romizi. Sempre ieri abbiamo postato il comunicato che sintetizza gli interventi di Sarah Bistocchi, Fabrizio Croce e mio. Quello che segue è un po’ lungo ma più o meno è quello che ho detto io.

Purtroppo quello che avevamo previsto e denunciato durante la campagna elettorale sta succedendo. Non mi fa piacere, nonostante tutto, ma dobbiamo prendere atto della realtà.
Questi quasi due anni hanno confermato che la città è ferma. È uscita totalmente dai radar, dal dibattito politico e culturale nazionale.

Ma il guaio è che questa maggioranza cerca di convincere i perugini che il loro posto è questo. 

Perugia torna all’attenzione del paese soltanto per vicende imbarazzanti come quella dell’esame di italiano di Suarez all’Università per Stranieri. Una storia che, al di là della gravità’ del fatto in sé, dimostra una sudditanza provinciale e meschina verso i poteri forti. Una mancanza di orgoglio che ci fa vergognare tutti, come perugini. Sono sicuro che vent’anni fa non sarebbe successo.

L’emergenza sanitaria, che poteva essere un’ occasione per dimostrare qualcosa di positivo è stata sprecata. L’Umbria era stata risparmiata dalla prima ondata: diciamo per fortuna, o forse perché c’era una rete di sanità pubblica costruita nei decenni di governi del centro sinistra che ha retto.

I mesi estivi sono stati sprecati. La regione non ha fatto niente. Ha sprecato il tesoretto che le avevano lasciato. Io non posso togliermi dalla testa quella tabella pubblicata dal Sole24 Ore in cui l’Umbria era all’ultimo posto perché era l’unica regione a non aver aumentato nemmeno di un posto le postazioni di terapia intensiva. 

Coletto si è ammalato di Covid. Guarda caso, facendo su e giù tra le due Regioni, si è fermato in Veneto per curarsi.

Per non parlare di altri pasticci, come l’incarico a Bertolaso, scomparso misteriosamente dopo pochi giorni.

E il Comune non è stato certo immune da errori: basti citare l’assurda gestione del caso ex Grocco. che non è stata ancora risolta. Non mi risulta che siano stati ancora trovati altri posti di terapia intensiva. E speriamo che il vaccino scongiuri l’arrivo di una terza ondata. 

Romizi si è eclissato in questi ultimi mesi. Davvero mi dispiace dirlo, ma è scomparso. E non solo fisicamente. Che cosa ha fatto il comune per sostenere le piccole imprese, gli artigiani, i commercianti in difficoltà? Ma anche solo per rassicurare i cittadini, per far sentire che le istituzioni esistono e servono a qualcosa.

Non lo dico io, ma è la sensazione che si prova parlando con la gente, con i commercianti del centro storico, con chi si è trovato in grande difficoltà a causa del Covid.

Questa è la situazione in cui secondo me si trova l’Umbria e in cui si trova quello che dovrebbe essere il suo capoluogo, Perugia. Romizi ha fatto cinque anni di rodaggio, ne ha fatti altri due di amministrazione. Ma non ha lasciato alcun segno sulla città.

Questa è la realta’. La sua sindacatura non ha lasciato e probabilmente non lascerà alcun segno nella nostra città. Non mi viene in mente nessuna cosa importante, che resterà nel patrimonio di Perugia nei prossimi anni, nei prossimi decenni.

L’assenza del Sindaco si manifesta innanzi tutto nei progetti fermi. Sui non luoghi che ormai riempiono Perugia. Tutti i progetti sono fermi: il Turreno, il Mercato Coperto, San Francesco al Prato. Per non parlare del Lilli e dei dubbi sul recupero del Pavone. 

L’unico cemento che non manca mai è quello per i centri commerciali. 

Ma anche in questioni apparentemente minori, ma significative. Per esempio nella questione dell’Universita’ per Stranieri, o nella vicenda della Perugia card. O nell’altra, importantissima, dell’organizzazione della tecno struttura e della gestione del personale del Comune. Non è un mistero che i più siano sul piede di guerra, a cominciare dai Vigili Urbani.

Penso che Perugia abbia perso il ruolo di città guida della Regione, di capoluogo anche nei confronti della maggioranza guidata dalla presidente Tesei.

Non è una questione di rapporti di forza; ma che cosa darà la Regione, che pure ha un governo “amico”, alla città capoluogo?
Ricordo che nel quinquiennio 2014-19 la “Regione rossa” ha concesso al Comune di Perugia, quando già amministrava Romizi, una cifra intorno ai 50 milioni di euro.

Per inciso, dieci giorni fa e’ stato approvato il bilancio consolidato della Regione 2014-19, cioè la gestione economico-finanziaria della precedente giunta di centrosinistra, con un attivo di 40 milioni di euro.

Come tratterà la Regione “a trazione leghista” il Comune di Perugia? C’é da avere paura, stando alle notizie che circolano.

Innanzi tutto nemmeno quest’anno la Regione riesce ad approvare il bilancio preventivo entro il 31 dicembre (ieri ha chiesto in Consiglio regionale l’autorizzazione per l’esercizio provvisorio!) e perciò va verso spese ed investimenti di sostanziale ordinaria amministrazione.

Per non parlare dei fantasmi che agitano le notti della presidente Tesei.

Non si riesce a chiudere il dissesto economico (non ce la fa neppure il Commissario prefettizio) del comune di Montefalco.
Quando ci metterà le mani la Corte dei Conti che giustificazioni sarà in grado di portare la Tesei?

Tutto questo si rispecchierà nell’ulteriore contrazione dei servizi per il cittadino, nell’abbandono della manutenzione delle strade, cosa di cui tutti i cittadini si lamentano, dell’aumento delle tasse. come è già avvenuto con la Tari, aumentata mentre fino a ieri si sbandierava una sua diminuzione.

Sono tanti i ritardi e quelli che consideriamo secondo errori nella gestione della città che abbiamo denunciato in questo anno e mezzo: l’invasione del centro storico da parte delle auto private, un piano per il traffico rimasto tutto sulla carta, e di conseguenza il fallimento delle politiche sulla mobilità, che ha fatto di Perugia la città più soffocata dalle auto. Senza che questo, com’era ovvio, abbia portato un minimo di beneficio al centro storico, che si sta impoverendo ogni giorno di più.

Ma voglio chiudere con il tema della sicurezza, uno dei cavalli di battaglia dell’attuale giunta.
Anche qui, mi dispiace dirlo, ma Romizi, che io considero una persona per bene e moderata, è a tutti gli effetti ostaggio della parte più oltranzista della sua maggioranza. Prima di tutto, della Lega che probabilmente già si prepara a delegittimarlo con un plateale benservito. Non a lui come sindaco, che ovviamente non si può ripresentare, ma anche al suo progetto e vorrei dire anche al suo stile. Avrete visto i manifesti che ha fatto affiggere la Lega sui muri della Città: i regali di Natale ai cittadini, questo hanno scritto.

Loro considerano regali e dei passi avanti sul terreno della sicurezza, alcune proposte fatte approvare con una notevole dote di arroganza consiglio comunale, che rappresentano quanto di più strumentale e demagogico e populistico, nel senso deteriore del termine, si possa immaginare. 
Hanno fatto approvare il taser, un cane antidroga - uno ! - che dovrebbe scoraggiare gli spacciatori che infestano la città, una pattuglia dell’esercito - una! - di fronte alla stazione.

Loro sanno benissimo per primi che queste misure sono inutili e non bastano certo a riportare un clima di maggiore sicurezza a Perugia. Ma servono ad una campagna elettorale che sperano continui ad illudere i cittadini. Ma temo che non sia più così: la gente comincia a capire che certi trucchi non funzionano.

Noi abbiamo continuato per questo anno e mezzo a proporre la nostra tesi, ben sapendo che i problemi non sono facili da risolvere. Ma noi crediamo che la sicurezza nei quartieri difficili si riporta ricostruendo il tessuto sociale che negli anni si è perso, ricostruendo spazi e punti di aggregazione per giovani e per anziani.

Sulle problematiche che attengono al sostegno degli Enti del Terzo settore, comprese le associazioni sportive in forte difficoltà, ritorneremo nelle prossime settimane, perché è un tema caldo e particolarmente sentito.

Concludo con un rilievo: per lo Stadio Curi registriamo un balletto di incontri, sperando siano forieri di novità in un prossimo futuro, pur vedendo che la strategia messa in campo è quantomeno ondivaga. Da parte nostra, nei mesi passati, abbiamo evitato che procedessero su strade impraticabili, e abbiamo fatto risparmiare tempo e figure barbine. Adesso accelerino. Per il PalaBarton e per il suo ampliamento non ci sono novità. I soldi della Regione, che sono ancora lì, erano stati concessi per questo.

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