PERUGIA - Dopo le cerimonie di commemorazione del Giorno del ricordo svoltesi lo scorso 10 febbraio presso il parco intitolato alle vittime delle Foibe, questa mattina presso la Sala dei Notari di Palazzo dei Priori si è tenuto l’incontro-dibattito sull’argomento.

Relatori Giovanni Stelli della Società degli Studi Fiumani, Franco Papetti dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Raffaella Rinaldi del Comitato 10 Febbraio.

Presenti gli studenti dei principali istituti perugini, ossia Pieralli, scientifico Alessi, Giordano Bruno, Cavour-Marconi-Pascal, Volta e classico Mariotti.

Il Giorno del Ricordo è stato introdotto con legge nel 2004 per commemorare due tragedie strettamente connesse tra di loro, ossia l’eccidio delle Foibe e l’esodo di nostri connazionali dalle zone dell’Istria, della Dalmazia e da Fiume.

La data prescelta cade nel giorno in cui, nel 1947, fu firmato il trattato di pace che assegnava alla Jugoslavia l'Istria e la maggior parte della Venezia Giulia.

Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici dove furono gettati molti dei corpi delle vittime, che nella Venezia Giulia sono chiamati, appunto, "foibe": si stimano – si è detto questa mattina – da un minimo di 5-6mila ad un massimo di 15-20mila morti.

Oggi, soprattutto alla luce di alcuni fatti di cronaca emersi all’attenzione negli ultimi giorni, è utile riflettere sull’orrore degli infoibamenti perpetrati a danni degli italiani ad opera delle truppe di Tito, nonché sul dramma dell’esodo che ha coinvolto circa 300mila italiani, costretti a ricevere disprezzo, odio e violenza. Le foibe hanno rappresentato – hanno precisato i relatori – una brutta pagina di odio, etnico, politico e di classe, cui si è aggiunto per troppo tempo un colpevole oblio e negazionismo.

Alle ore 11,00 l’incontro si è concluso con la lettura scenica di Esilio – Memorie dal sottosuolo di Angela Ambrosini.

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