di  Enrico Rossi.

Si può e si deve essere di sinistra stando al passo con i tempi. Enrico Berlinguer e la futurologia.

Il M5stelle parla di futuro; a modo suo, ma fa bene. Propongono frammenti di futuro e fanno parlare molto i manager aziendali.
Non danno una visione unitaria e una prospettiva politica. Anzi dice Casaleggio "qui non si parla di politica".

Di politica, di sinistra e di futuro invece si occupa Valentino Parlato che su il manifesto di oggi scrive:
"La crisi della sinistra non è solo italiana, ma investe tutto il mondo che definiamo occidentale.
Questa crisi dipende anche da cambiamenti strutturali: innovazioni tecnologiche («la nuova rivoluzione delle macchine»), globalizzazione, finanziarizzazione dell’economia… Tutti mutamenti che hanno seriamente indebolito i lavoratori, quel che una volta chiamavamo classe operaia, proletariato, le innovazioni tecnologiche riducono l’impiego di lavoro vivo.
La globalizzazione tende a formare un proletariato in aree finora sottosviluppate ma crea una forte concorrenza al proletariato storico del nostro Occidente. La crescita di peso della finanza contribuisce alla formazione di poteri del tutto indipendenti dal lavoro vivo e che condizionano – se addirittura non dominano – il lavoro vivo, cioè la base sociale della sinistra storica.
Questo mutamento storico – che io appena accenno – andrebbe studiato e approfondito: siamo in presenza di un nuovo capitalismo (assai diverso e più pesante del neocapitalismo) che va studiato seriamente per individuare anche con che tipo di lotte dobbiamo contrastarlo e se di queste lotte si debbono far carico solo i lavoratori e non anche i cittadini. E ancora: che rivendicazioni mettere in campo?
Centrale mi sembra la riduzione dell’orario di lavoro, con un allargamento del tempo libero che provocherebbe anche una crescita dei consumi.
E penso anche che dovremmo prolungare la scuola dell’obbligo : per vivere in questa incombente modernità non basta più la terza media.
Altro tema da affrontare in modo nuovo è la globalizzazione: come i lavoratori super sfruttati del terzo monda debbono entrare in campo, come possiamo coinvolgerli nella, lotta comune?
Dobbiamo capire che siamo a un passaggio d’epoca, direi un po’ come ai tempi di Marx quando il capitalismo diventava realtà e cambiava non solo i modi di produzione, ma anche i modi di vivere degli esseri umani."

Insomma, o la sinistra si confronta con questi temi e con il futuro elaborando proposte concrete per rappresentare e tutelare i ceti popolari e condizionare lo sviluppo della società in una direzione inclusiva e più giusta oppure è destinata all'irrilevanza.
Il futuro è la dimensione della sinistra tocca a noi analizzarlo e riempirlo di contenuti.

Nel 1983, agli inizi della rivoluzione elettronica così si esprimeva Enrico Berlinguer riguardo al futuro:
"Avevo proposto circa un anno e mezzo fa, al Congresso della Fgci, l’idea di un convegno di futurologia che affrontasse non soltanto i problemi dell’economia e dell’industria, ma tutto intero l’arco delle questioni del nostro futuro…
Ho usato quel termine per segnalare che oggi non sono entrati in discussione soltanto gli assetti produttivi e le strutture del capitalismo maturo, ma siamo di fronte a una vera e propria “crisi del mondo”. Viviamo in un’epoca per molti aspetti suprema della storia dell’uomo sia per le possibilità che per i rischi. L’allarme non riguarda solo il rapporto tra lo Stato e l’elettronica ma riguarda anche i fiumi, i laghi, i mari, l’aria che respiriamo, l’atmosfera e la toposfera della terra. Grava infine sull’umanità l’incubo di una crescente insufficienza delle risorse alimentari. Ecco perché pensavo ad un convegno che mettesse insieme studi e analisi di ambiti diversi: le scienze fisiche, chimiche, biologiche, antropologiche, demografiche, informatiche, mediche. In sostanza, dunque, un convegno che guardasse al futuro con un po’ di fantasia ma sempre sulla base delle acquisizioni e previsioni delle varie scienze. Ritengo che sia stato un errore non esserci ancora arrivati.
...Bisogna impadronirsi il più possibile della conoscenza di questi fenomeni. A tutti i livelli. Su questa base bisogna poi definire politiche adeguate a stimolare, a orientare, controllare e condizionare le innovazioni in modo che non siano sacrificate esigenze vitali dei lavoratori e dei cittadini. Ma bisogna anche saper vedere i problemi che si pongono per la composizione sociale del partito."

A quel convegno la sinistra italiana non è mai arrivata. Forse anche per questo è uscita sconfitta dalle trasformazioni che sono avvenute nei ultimi trenta anni.
Io penso che con lo stesso spirito di apertura che in quella intervista esprimeva Enrico Berlinguer è necessario che la sinistra organizzi davvero un convegno sul futuro, un convegno di futurologia.

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