PERUGIA– "La riduzione del danno da fumo, e più in generale la tutela della salute, è da sempre al centro delle politiche della Regione Umbria. Lo dimostrano gli interventi attivati sia sotto l'aspetto sanitario sia per quanto la produzione del tabacco che vanno tutti nella stessa direzione: quella di diminuire al massimo i rischi e i danni legati al fumo". È quanto si rileva in una nota di Palazzo Donini, in merito alla lettera di due pneumologi umbri pubblicata da un quotidiano on line di informazione sanitaria.

"Non ha alcun fondamento – si afferma nella nota - l'affermazione che la Regione consideri solo l'aspetto economico del tabacco nel sostenerne la coltivazione, pur ammettendo il danno e il grave costo sociale".

"La Regione – si ricorda innanzitutto – investe fortemente sul fronte della prevenzione, tanto che si è dotata di un apposito Piano regionale, condiviso con tutto il sistema sanitario, che prevede azioni sul territorio e sulle produzioni per ridurre l'impatto sulla salute e sull'ambiente e che si pone, tra le altre sfide, l'obiettivo di avere ospedali a ‘fumo zero'. La dissuasione e la disassuefazione dal fumo, proprio per l'alta percentuale di fumatori dell'Umbria, sono priorità assolute, perseguite anche con apposite campagne condotte in particolare tra i giovani e che li hanno anche coinvolti in prima persona per la realizzazione di materiali informativi rivolti ai coetanei affinché il messaggio che il fumo fa male giungesse nella maniera più efficace".

"Un'attività a tutto campo di contrasto e prevenzione dal fumo – si dice ancora – che non è in contraddizione, ma è anzi supportata proprio dalla programmazione per lo sviluppo rurale e dalle azioni svolte negli anni relative alla coltivazione del tabacco e che non hanno mirato soltanto alla salvaguardia di un comparto che è rilevante per l'economia umbra, ma al sostegno dell'innovazione e della ricerca per la sempre migliore qualità del prodotto così come all'incentivazione di nuove coltivazioni".

"È oltretutto evidente – prosegue la nota - che l'abbandono del tabacco nella nostra regione non impedirebbe che la produzione continuasse a venir praticata in altri Paesi del mondo e dunque non riteniamo questa sia la soluzione in grado di ridurre i rischi, i danni e i costi economici e sociali dovuti al consumo di tabacco. Obiettivo questo – si ribadisce da Palazzo Donini – che è prioritario e attorno al quale la Regione è impegnata nel ricercare la collaborazione di tutti, compresi i coltivatori, le società di trasformazione del tabacco, il mondo della ricerca scientifica".

 

 

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