L’ipotesi avanzata dal Dott. Bendecchi, patron della Ternana, di avere uno stadio nuovo a Terni è una
opportunità utile che va indubbiamente colta – anche in relazione ai lusinghieri risultati ottenuti dalla
squadra delle Fere nella stagione attuale - e che rilancia lo sport in una città con un importante passato in
ambito calcistico, alimentando gli entusiasmi di tutto l’ambiente e non solo.
D’altro canto, La relazione con la costruzione di una clinica privata, riapre il delicato tema se la Sanità debba
essere pubblica o privata; non è per chi scrive un problema ideologico né pregiudiziale, ma è chiaro che
solo il sistema pubblico riesce a fornire una servizio universale capace di fornire una alta qualità
assistenziale a tutti, anche alle persone meno abbienti o con difficoltà sociali.
Tale valutazione si è resa ancor più evidente durante la prima fase dell’epidemia, dove – mentre le
strutture pubbliche con il proprio personale hanno fatto fronte allo tsunami pandemico – si è assistito alla
chiusura di numerose strutture private e al conseguente ricorso alla cassa integrazione per i propri
dipendenti.
Leggendo articoli di stampa, che riportano l’intervista rilasciata a ON TV dall’Assessore Melasecche, si
apprende che il nesso tra stadio e sanità privata sarebbe la possibilità di produrre utili da reinvestire anche
nella costruzione dello Stadio, ambizione assolutamente legittima per chi dirige un impresa, ma che, per la
delicatezza del tema, obbliga la scrivente Organizzazione Sindacale (cui non sfugge l’importanza di tali
investimenti e la possibilità dei creazione di ricchezza e posti di lavoro per il territorio) ad aprire una
riflessione sul coinvolgimento delle parti sociali e delle istituzioni locali nelle scelte di prospettiva.
La giustificazione posta, per cui a fronte delle cinque strutture sanitarie private esistenti nella provincia di
Perugia, in quella di Terni non ve ne è nessuna, al contrario appare fuori luogo e insufficiente a motivare
l’autorizzazione della costruzione della clinica in questione.
Bene invece la dichiarazione sull’opportunità di prevedere per Terni un nuovo Ospedale pubblico, a patto
che l’azienda non sia unificata con quella di Perugia e se ne favorisca la vocazione specialistica e un
rapporto più stretto e coordinato con l’Università e con l’azienda sanitaria territoriale.
E’ evidente però che va chiarito in quali discipline si intende investire, quanti posti letto e quante
convenzioni si faranno con la Sanità pubblica, come verranno adeguati gli organici di medici e infermieri da
impiegare nella nuova struttura, cosi come va compreso quali contratti nazionali si intendono applicare,
visto che a Terni le attività private sanitarie applicano raramente i contratti specifici di settore.
In conclusione, pur essendo disponibili ad un confronto sul merito della questioni sanitarie, è del tutto
evidente che per la FP CGIL di Terni bisogna garantire un sistema pubblico universale, investendo sulle
strutture, sulle risorse umane e sulla capacità delle nostre Aziende di fornire un servizio di grande qualità
con attrattive che valicano anche i confini della Regione.

Lucci Giorgio FP CGIL TERNI

Condividi