PERUGIA -Rifondazione comunista dell'Umbria aderisce allo sciopero del 21 ottobre e partecipa al No Renzi Day di sabato 22 ottobre a Roma organizzato dal "Coordinamento per un NO sociale alla controriforma costutuzionale". Lo sciopero e la manifestazione, convocati da sindacati di base, da partiti e realtà di movimento, nascono per dire NO al referendum del 4 dicembre ed a tutti i suoi autori nel nome del popolo sfruttato, precario, senza lavoro. impoverito, avvelenato. In Umbria sappiamo bene chi sono Renzi e il PD: lo sanno bene operai, insegnanti, partite IVA, artigiani, commercianti, disoccupati e pensionati al minimo. 

Lo sanno bene soprattutto le donne e le giovani generazioni in mano al lavoro a chiamata, su somministrazione, controllati dalle telecamere, senza più articolo 18 e costretti ad emigrare. Lo sanno bene quei territori in cui sorgerà l'inceneritore. Del resto Renzi e il Pd, dopo l’attacco ai lavoratori con il Jobs Act, la “buona scuola”, i ticket per la cataratta, devono portare a termine l’opera riscrivendo e stravolgendo la Costituzione su mandato dei padroni, delle banche e delle multinazionali. Il tutto mentre la nostra comunità regionale, a partire proprio dai comuni massacrati dai tagli ed esattamente come il paese, è oramai in balia della perdita di diritti, di una crisi economica ed occupazionale spaventosa come certificato anche dalla Caritas, di uno sfruttamento sempre più selvaggio del lavoro precario.
Lo abbiamo già detto e lo ripetiamo: vanno fermati, vanno sconfitti nel paese e in Umbria. La posta in gioco è alta e per questo possiamo e dobbiamo recuperare lo “spirito costituente”. Perché la vera ed unica innovazione è applicare la Costituzione.

Enrico Flamini, Segretario regionale di Rifondazione comunista dell'Umbria

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