La Sinistra per Perugia aderisce convintamente alla sottoscrizione lanciata dai cittadini di Perugia per chiedere alla Giunta comunale l’immediata sospensione dei lavori per la costruzione di una biblioteca in cemento, negli Arconi delle mura medioevali.

Questo intervento, analizzato in maniera approfondita, risulta in completo contrasto con la storia e il significato culturale profondo delle mura cittadine.

Pertanto:

“I sottoscritti cittadini e associazioni ritengono che la destinazione degli Arconi a biblioteca sia incompatibile con la natura del monumento da conservare e valorizzare, tanto da aver prodotto interventi che destano seri interrogativi sulla correttezza del restauro e delle procedure poste in atto.

In particolare osservano che:

▣ il Murus Civitatis, all’origine del complesso monumentale, visibile e integro per secoli, malgrado anche gli utilizzi impropri succedutisi nel tempo, risulterà occultato da sovrastrutture inadeguate richieste da servizi e impianti tecnologici funzionali alla biblioteca;

▣ la necessità di recuperare modeste superfici, perdute a seguito dell’ arretramento delle vetrate di chiusura, ha finito per suggerire la creazione dei corpi in aggetto, gravemente lesivi della leggibilità del monumento. In altri termini, sono diventate preminenti le strutture aggettanti in C.A. a scapito di quelle antiche, che sarebbero dovute essere oggetto di conservazione e valorizzazione;

▣ gli avancorpi realizzati, oltre a consumare nuovo suolo urbano contro l’ormai consolidata tendenza a livello europeo – anche qui interferiscono di fatto con la leggibilità a tutto tondo del complesso di Campo Battaglia, con cui la città ha costruito, dapprima, il superamento dei confini delle mura etrusche e, successivamente, la realizzazione delle imponenti architetture del Palazzo del Capitano del Popolo e dell’Antica Università.

▣ Il mancato riconoscimento del valore storico-artistico delle tessiture murarie del Sopramuro e del contesto in cui insiste ha indotto a portare in secondo piano la salvaguardia dell’integrità della muratura stessa. Tant’è che ha prodotto, addirittura, un’apertura in breccia per la realizzazione dell’accesso alle Sale Gotica e Salara.

▣ L’aver vincolato l’intervento a procedure legate a finanziamenti cogenti ha fatto il resto. Le presunte difficoltà nel poter recedere o meno dai propositi connessi con l’uso programmato delle architetture (biblioteca) ha imposto, infatti, di procedere nei lavori, anziché fermarsi e dedicarsi a una doverosa riflessione sulle scelte operate.

▣ Ben altre opportunità si sarebbero potute cogliere da un contenitore così strettamente legato all’identità della città e alle potenzialità derivanti da un programma di mobilità alternativa attentamente costruito nell’arco di alcuni decenni. Si fa infatti fatica a credere a un ritorno positivo d’immagine e di utilità nel creare all’interno degli Arconi un ulteriore polo bibliotecario (ubicabile certamente in luoghi più adatti), anziché pensare a una funzione più direttamente connessa al flusso di cittadini e turisti che in quel luogo si è scelto di portare.

Pertanto, tenuto conto che anche di altre scelte improvvide e dannose – come il finanziato, progettato e appaltato edificio a San Bevignate – si è potuto recedere, nulla vieta che anche in questo caso un sereno ripensamento su una questione capitale per l’immagine della città, più che auspicabile, sia necessario; a maggior ragione, se si tiene conto che l’intervento degli Arconi s’innesta direttamente nel monumento e non solo nel contesto ambientale.

I sottoscritti cittadini e associazioni, infine, osservano che l’eventuale danno economico, che una variante in corso d’opera potrebbe produrre, andrebbe in primo luogo quantificato. Ritengono che sarebbe comunque inferiore a quello derivante dal dover convivere con un monumento irrimediabilmente snaturato e dal dover fare i conti con l’immagine negativa che si proietterebbe sulla città, accusata di scarso rispetto e ancor minore sensibilità nei confronti del proprio patrimonio culturale.

Alla luce di tutto ciò i firmatari chiedono la sospensione immediata dei lavori e la creazione di un tavolo di concertazione che riunisca, oltre a tutti i soggetti aventi titolo, una significativa rappresentanza della cittadinanza e delle sue associazioni.

La Sinistra per Perugia invita, pertanto, tutti i cittadinim di Perugia, le associazioni politiche, commerciali e industriali, le associazioni sociali, a firmare la petizione in nome di valori culturali storici condivisi, che sono patrimonio di una intera collettività e pertanto da conservare per le future generazioni.

Giuseppe Mattioli
La Sinistra per Perugia

 

 

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